108 emigranti salvati da una nave turca mentre si trovavano al largo della Libia, su un gommone in avaria, hanno deciso di non voler essere riportati in Libia da dove erano scappati. A Tripoli li aspettava un campo di concentramento, botte e torture. I più decisi di loro hanno chiesto al comandante di non essere riconsegnati ai loro aguzzini, hanno chiesto che la nave rivolgesse la prua verso nord, Italia o Malta poco importava, l’importante era non tornare da dove erano partiti.
Il comandante fa quello che chiedono, l’opera di convincimento funziona, anche se il capitano per salvarsi dalle ritorsioni della guardia costiera libica dichiara che non ha più il controllo della nave. La nave punta su La Valletta a Malta, viene presa in consegna dalle truppe speciali, da militari armati fino ai denti e, in poche ore, raggiunge il porto, scendono tutti i naufraghi, 5 di loro vengono arrestati, sono quelli che si sono più esposti per far pressione sul capitano perché cambiasse rotta.
“Un atto di pirateria, un dirottamento attuato da delinquenti, un atto illegale, il non rispetto delle regole internazionali”. Da Salvini in giù tutto è possibile dire, tutte le dichiarazioni più sconce possono essere pronunciate senza vergogna. Salvini stesso, se ce ne fosse stato bisogno, ci ha liberato dal cappio del rispetto delle leggi e delle norme internazionali. Lui, Ministro dell’interno, se ne fa beffa ogni giorno, sequestra i migranti per scopi elettorali a suo piacimento, tanto che persino la magistratura dei ricchi lo richiama all’ordine, e poi i migranti della nave El Hiblu dovevano farsi un problema nell’imporre al capitano un cambio di rotta per salvare la pelle. Per accontentare tutti i cultori della legge e dell’ordine i 109 migranti, con donne e bambini, dovevano tornarsene nei campi a farsi torturare e massacrare.
Invece è successo un fatto che farà storia. Per la prima volta in tanti anni di sofferenze e soprusi, di disperazione individuale, questa volta i migranti hanno agito come forza collettiva ed hanno preso un decisione autonoma: la nave deve cambiare rotta. Si è manifestata la volontà comune di non farsi portare al macello qualunque cosa succedesse, qualunque regolamento o legge dovesse essere infranta. Sulla nave i naufraghi hanno manifestato una forza di autodifesa ed hanno ottenuto il risultato di approdare in un porto e in una situazione più sopportabile delle galere libiche. Hanno provato l’esperienza di agire come uomini e donne capaci di difendersi. Imponendo al capitano di cambiare rotta, hanno cambiato loro stessi. Da disperati naufraghi imploranti aiuto hanno sperimentato che anche per loro l’unità fa la forza, che le regole e le leggi, che ne fanno gente senza nessuna voce in capitolo, non valgono niente, sono solo strumenti legali per tenerli sottomessi. I 5 arrestati sono per noi i primi capi di un movimento di difesa dei migranti nel mediterraneo messo in atto da loro stessi, la nostra solidarietà per loro è incondizionata e fuori discussione.
E adesso non lasciamoli soli !