Sciopero generale in Francia, tutto fermo, tutto bloccato. “Meglio qualche settimana di caos che una vita di miseria” – dichiara il sindacalista dei ferrovieri. Gli scioperetti dei sindacalisti di casa nostra, al confronto, fanno ridere.
La République en…grève! Dal 5 dicembre, giorno in cui la CGT ha proclamato lo sciopero generale contro la riforma del sistema pensionistico, la Francia si è bloccata. Nove treni su dieci ad alta velocità vengono cancellati quasi quotidianamente, le ferrovie suburbane, le metropolitane e i trasporti pubblici delle città sono immobilizzati, gran parte delle linee della metropolitana parigina sono chiuse e solo il 40% degli autobus è in servizio. I voli aerei vengono annullati sistematicamente mentre gli autotrasportatori stanno bloccando le principale arterie stradali. Nei porti di Le Havre, Marsiglia, Rouen e La Rochelle l’attività portuale è completamente sospesa e tutta l’attività della zona industriale attorno al porto è bloccata. Gli spostamenti, sia all’interno della Francia che verso tutta Europa sono fermi da giorni. spostarsi attraverso la Francia è diventata un’ardua impresa.
Il responsabile ferrovieri del sindacato CGT, Laurent Brun ha dichiarato a radio France : «Nessuna tregua per Natale» se «il governo non torna alla ragione e non ritira la riforma delle pensioni» – precisando – «c’è grande determinazione ad andare fino in fondo. Meglio qualche settimana di caos che una vita di miseria».
I cortei, oltre 250, che hanno percorso le strade francesi dall’inizio della protesta il giorno dello sciopero generale, con un’adesione altissima di lavoratori di tutti i settori, sono sfociati nella manifestazione di Parigi in scontri tra scioperanti e polizia.
Il confronto con i sindacati italiani e con gli scioperi e le manifestazioni nel “bel Paese” non può che farci vergognare. Pur non essendo la CGT francese un sindacato “sovversivo” e se pur costretta dalla spinta delle lotte degli operai e dei lavoratori francesi a fare la faccia dura, rimane il fatto che i militanti sindacali di base della CGT sanno bene come organizzare scioperi veri capaci di bloccare l’intera nazione per ottenere il risultato prefissato. Scioperi e blocchi che ai padroni e al governo francese fanno male sul serio, la prova è che già nel 1995 l’allora primo ministro Alain Juppé fece una ben magra figura, costretto dalla furia e dalla rabbia messa in campo dai lavoratori del pubblico impiego, dei trasporti e delle ferrovie, dopo oltre due mesi di scioperi e 22 giorni di blocco, a dover ritirare il suo piano per la riforma del sistema pensionistico.
Il paragone tra le lotte e gli scioperi degli operai e dei lavoratori francesi con le ilari scampagnate del sindacalismo italiano è impietoso e rasenta l’indecenza. In questo rivoltante paese si va avanti a suon di scioperi da operetta che non portano a nessun risultato, scioperi che non mettono in campo nessuna serie di blocchi di più giorni. I confederali sono incapaci di programmare un qualsiasi sciopero duraturo che permetta di arrivare seriamente a colpire l’obiettivo prefissato. Si protesta senza la precisa volontà di colpire il nemico, si sfila stancamente in inconcludenti processioni addomesticate dalla borghesia sindacale, senza mettere in campo la necessaria rabbia e la necessaria forza.
Con questa ben programmata strategia si sfiancano e si snerva la naturale volontà di lotta che, viceversa se ben alimentata potrebbe dare qualche risultato. Paragonare le ridicole passerelle fatte dai confederali di questi ultimi anni agli scioperi e alle lotte degli operai e dei lavoratori francesi per ora rimane solo un sogno. Il contrasto tra gli scioperi duri messi in campo dai francesi e le grottesche processioni del sindacalismo italiano per contrastare la riforma delle pensioni fatta dalla legge Fornero, che è passata tranquillamente, rasenta la più assurda comicità se non ci fosse da piangere. Come finirà la riforma delle pensioni francesi non è dato sapere, il governo di Macron farà marcia indietro? Non si sa. Quello che si sa e si vede è la capacita dei lavoratori e degli operai francesi di resistere mettendo in campo tutta la loro forza per tentare di sconfiggere la riforma delle pensioni del primo ministro Edouard Philippe.
D.C.
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