Da una ricerca della fondazione Sabattini. In Veneto, nelle imprese metalmeccaniche, negli ultimi quattro anni utili più 40% stipendi più 5%. La politica di chiedere pochi soldi con la scusa di favorire “le imprese ed il lavoro” ha favorito una sola cosa: i profitti dei padroni.
Caro
Operai Contro,
una ricerca della Fondazione Sabattini, condotta
in Italia nelle imprese metalmeccaniche con un numero di dipendenti
pari o superiori ai 50, dice che nei 4 anni 2015 – 2018, i profitti
sono saliti del 40 %, mentre i salari sono rimasti a terra, con un
più 5%!
Sindacalisti della moderazione salariale, andate a
nascondervi! Vai a quel paese governo Conte bis, che col cuneo
fiscale ci prendi per il culo con 4 euro al mese in più, in busta
paga!
“Il sole 24 ore” pubblica come campione di questa
ricerca, i dati delle imprese analizzate nella regione Veneto. Ma
l’articolo lascia intendere che l’andamento di profitti e salari,
nelle imprese metalmeccaniche con e oltre i 50 dipendenti, sarebbe
simile a quello del Veneto su tutto il territorio nazionale. I
settori analizzati sono quelli della fabbricazione di tutti i
prodotti in metalli, (esclusi macchinari e attrezzature) e della
riparazione e installazione di macchine e apparecchiature. Imprese di
tutte le forme giuridiche possibili.
I padroni ed il
sindacalismo accomodante, per farci ingoiare ritmi, turni e carichi
di lavoro massacranti, cassaintegrazione
e licenziamenti, ci hanno sempre raccontato la favoletta della
propaganda aziendalista: “se va bene l’azienda poi andranno bene
anche gli operai”. L’indagine Sabattini è un’altra riprova che
non è così. I padroni e le fasce sociali alte, ci raccontano quella
favoletta unicamente per costringerci a produrre e accettare come
male minore, lo sfruttamento, i salari bassi, una vita di sacrifici
per un pezzo di pane. Una vecchia storia che ogni volta i padroni
riescono a far passare, quasi sempre con facilità, non trovando
ostacoli nella lotta di resistenza, per il fatto che gli operai sono
ancora condizionati da un sindacalismo pantofolaio, ed inoltre non
dispongono di una propria forza politica, che possa far sentire il
loro peso, nello scontro di classe.
Al contrario i padroni ed il
loro apparato tra cui il giornale di Confindustria, “Sole 24 ore”,
non si fanno remore per il divario fra profitti e salari. Lanciano
letteralmente: “Allarme dell’industria, la corsa [dei profitti] è
finita”.
Questo perché, dalla ricerca Sabattini risulta che,
dal 2010 al 2018 gli utili (i profitti), sono cresciuti del 100%,
praticamente sono raddoppiati, mentre i salari sono cresciuti solo
del 37%. Ma, (e da qui l’allarme del “Sole 24 ore”), se si
guarda solo il periodo 2015/2018, la crescita dei profitti è stata
del 40%, la crescita dei salari solo del 5%.
Per fare un
esempio. Un’azienda che nel 2010 realizzava sfruttando gli operai,
poniamo 50 mila euro di profitti annui, dopo 9 anni nel 2018 ne ha
realizzati il doppio, 100 mila (+100%). Un salario mensile di mille
euro lordi nel 2010, cresciuto del 37% è diventato di 1.370 euro nel
2018. Dopo 9 anni l’operaio ha un aumento
di salario
di 370 euro lordi, pari a circa 247 euro netti, mentre il padrone ha
50 mila euro in più all’anno di profitti.
Il commento del
“Sole 24 ore” è che la ricchezza prodotta “non sia stata usata
per investimenti”. Una tesi tanto cara al sindacalismo accomodante,
che così vorrebbe scaricarsi dalle responsabilità, che mentre i
profitti volavano, i salari sono rimasti al palo.
Il balzo dei
profitti del 100% dal 2010 al 2018, dimostra che anche se l’azienda
va bene, il salario può rimanere ed è rimasto di gran lunga
schiacciato, rispetto l’intensificazione dello sfruttamento e
l’incremento di produttività che ha permesso questo balzo dei
profitti.
In
fabbrica conviene resistere con più determinazione, alle pretese dei
capi cani da guardia del padrone, sempre pronti a farci lavorare più
in fretta o con più mansioni o più carichi di lavoro. Conviene
incalzare da subito delegati e sindacalisti, perché con iniziative e
forme di lotta serie, costringano i padroni ad aprire il portafogli,
per aumenti salariali nei contratti integrativi e nel contratto
nazionale di lavoro.
I sindacalisti dalla penna facile, non si
permettano più di firmare accordi che con l’aumento della
produttività, aumentano lo sfruttamento degli operai per un salario
di merda.
Saluti Oxervator
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