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Gli operai con le paghe più basse, che sono il 72,5% di tutto il lavoro dipendente, prenderanno l’elemosina di 20 euro al mese. Un primo passo avanti? Una grande presa in giro.
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Gli operai con le paghe più basse, che sono il 72,5% di tutto il lavoro dipendente, prenderanno l’elemosina di 20 euro al mese. Un primo passo avanti? Una grande presa in giro.


Alla fine, con il vertice di venerdì scorso l’accordo sul cuneo fiscale tra i partiti di maggioranza, governo e sindacati è stato raggiunto. Certo manca il decreto ma non ci dovrebbero essere più sorprese su come saranno utilizzati i 3 miliardi per il 2020 ed i 5 miliardi per il 2021 stanziati dalla legge di bilancio per la riduzione del cuneo fiscale.
L’accordo prevede, con evidenti finalità anche di un ritorno elettorale immediato visto lo scontro in atto, di allargare quanto più possibile la platea dei beneficiari penalizzando però i redditi bassi, quelli della maggioranza degli operai, a favore di quelli medi e medio-alti principalmente del ceto impiegatizio, base elettorale del M5S ed in parte del PD.
In sintesi, partendo dal fondo, dai redditi più bassi, abbiamo che chi guadagna meno di 8200 euro lordi annui non avrà niente come prima con il bonus Renzi. Non paga tasse in quanto “incapiente” e non avrà diritto a nessun beneficio. Sono quasi 4 milioni i lavoratori in questa condizione. Questi lavoratori allora prenderanno il reddito di cittadinanza? Assolutamente no, se non sei alla fame nera (meno di 500 euro al mese a nucleo familiare) difficilmente ci rientrerai, 700/800 euro possono bastare per campare e puoi fare a meno dei 100 euro promessi. Poi ci sono quelli con reddito dagli 8.200 euro ai 26.600. Sono quelli che già prendevano il bonus Renzi di 80 euro (dai 24.600 era a scalare). Senza nessuna vergogna per il governo Conte2 il bonus di Renzi è stato incamerato nel nuovo bonus e con un aumento di soli 20 euro netti al mese, racconteranno che anche questi riceveranno un bonus di 100 euro al mese! Sono 11,4 milioni di dipendenti. La maggior parte degli operai è in questa fascia di reddito. Nella sostanza per loro non cambierà niente. Se non arrivavano a fine mese con i 1200 euro al mese incluso il bonus Renzi non lo faranno con 20 euro in più al mese ottenuti con il taglio del cuneo fiscale. Molto diversa la situazione a partire dai 26.600 (il limite a cui il bonus Renzi si annullava). Adesso dai 26.600 ai 28.000 euro lordi annui viene esteso il bonus di 100 euro sotto forma di detrazione fiscale. Sono quelli che ci guadagnano di più nell’operazione perché prima non avevano diritto al bonus. Avranno 100 euro netti, al mese. Sono in 750.000. Poi ci sono quelli con redditi dai 28.000 ai 35.000 euro lordi annui che avranno diritto ad una detrazione dai 100 agli 80 euro, sono altri 2,6 milioni di lavoratori. Infine, dai 35.000 ai 40.000, avranno diritto ad una detrazione decrescente dagli 80 euro che si annulla a 40.000 euro. Sono altri 950.000 lavoratori dipendenti.
È chiaro da queste poche righe chi sono i reali beneficiari, il vero obiettivo dell’operazione: tentare di comprarsi il sostegno politico dei 4,3 milioni di lavoratori con un reddito tra i 26.600 e i 40.000. Oltre ad una minoranza di operai molto specializzati, c’è un ceto medio impiegatizio privato e pubblico, che in buona sostanza è stato aggiunto alla platea del bonus Renzi maggiorato di 20 euro. Ma con il giochetto di conteggiare nella riduzione del cuneo fiscale il bonus Renzi, hanno potuto dare fiato alle trombe della propaganda: “Meno tasse per 16 milioni di lavoratori dipendenti” riportano tutti i giornali, “Finalmente meno tasse per i lavoratori [..] grazie alle nostre lotte!” tuona Landini seguito a ruota da CISL e UIL.
La solita fregatura per gli operai da parte di questa piccola e media borghesia che li usa come massa di manovra per i propri interessi, per garantirsi la pagnotta.
Così va nel sindacato, dove la burocrazia sindacale permette che ci siano 4 omicidi al giorno sui posti di lavoro senza organizzare uno sciopero per porre limite a questa strage, che permette che si mettano in mezzo alla strada migliaia di operai senza mettere in campo una lotta contro i licenziamenti, che permette che i salari siano fermi da oltre 15 anni senza fare una battaglia seria sul contratto, ma poi sbandiera come vittoria della loro lotta la misera riduzione di 20 euro del cuneo fiscale per la gran massa degli operai poveri! Tutti seduti attorno al tavolo ministeriale raccontano che non si poteva fare di più. Lo dicono con convinzione proprio coloro che sostenevano che bisognasse mettere mano ad un bilancio dello stato di oltre 800 miliardi, che lo si dovesse rivoltare sottosopra liberando risorse per aiutare chi era stato più colpito dalla crisi economica, con un’evasione fiscale di 200 miliardi da snidare, con il 20 % più ricco degli italiani che detiene quasi il 70% della ricchezza nazionale (circa 7000 miliardi) ed il 40% del reddito nazionale (circa 800 miliardi) da tassare, che paga ai detentori di titoli di stato 70 miliardi all’anno.
Per i salari e stipendi da fame che i padroni pagano a lavoratori e operai i gestori delle finanze dello Stato non hanno saputo distrarre, da tutta questa ricchezza, che qualche miliardo che si tradurrà in due pidocchiosi soldi per gli operai che ne potranno usufruire (lasciando comunque fuori quelli ancora più poveri, gli incapienti e i pensionati poveri), epperò garantendo i 100 euro, tanto sbandierati per tutti, solo a quello strato superiore del lavoro dipendente che nel M5S e nel PD al governo è ben rappresentato. L’ennesima lezione per gli operai. Se gli operai non si difendono da soli nessuno lo farà per loro, saranno sempre usati come massa di manovra al carro degli interessi delle altre classi.
P.S.

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