CI SONO SCIOPERI E SCIOPERI

Lo sciopero del 30 Aprile ha bloccato la Stellantis di Pomigliano. Che i sindacati firmatutto lo abbiano indetto per salvare la faccia, che i capi della FIOM abbiano tentato di boicottarlo, alla massa degli operai è importato poco, volevano manifestare la loro forza e così è stato.
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Lo sciopero del 30 Aprile ha bloccato la Stellantis di Pomigliano. Che i sindacati firmatutto lo abbiano indetto per salvare la faccia, che i capi della FIOM abbiano tentato di boicottarlo, alla massa degli operai è importato poco, volevano manifestare la loro forza e così è stato.

Ci sono scioperi e scioperi. Quello attuato da Fim Uilm Fismic e Ugl è uno sciopero che la direzione Stellantis ha deciso di tollerare visto che a proclamarlo sono i suoi più fedeli rappresentanti tra gli operai. Un dato su tutti: negli ultimi anni ogni tentativo di picchetto agli ingressi dello stabilimento di Pomigliano ha visto la polizia presente in massa e determinata nel liberare gli ingressi. Il 30 aprile, invece, c’era una presenza minima di poliziotti e nessuno è intervenuto per sgombrare i picchetti.
Sono bastate poche macchine messe di traverso per bloccare l’ingresso principale e quelli secondari.
La prova di “forza” dei firmatutto non può avere come motivo quello dichiarato, l’utilizzo di un giorno di ferie obbligatorio per il ponte del 25 aprile. Le motivazioni, non dichiarate, sono altre.
Gli operai raccontano che situazioni di privilegio per gli iscritti ai sindacati filo aziendali sono sempre di più messe in discussione. L’azienda va ormai va spedita per la sua strada, senza più perdere tempo eccessivo con mediazioni e compromessi di comodo con i suoi alleati sindacali.
Il piano per smaltire gli esuberi con tutti i mezzi va avanti e anche la “protezione” dei sindacati filo aziendali non basta più per salvarsi. Le condizioni di lavoro peggiorano costantemente: aumento dei ritmi, mancanza di sicurezza, pessime condizioni igieniche, mancato funzionamento di servizi essenziali. L’azienda risparmia su tutto per arrivare al massimo profitto senza concedere nessun “contentino” ai firmatutto per far salvare loro almeno la faccia.
Gli operai sono fermi, però i sindacalisti percepiscono che la pentola è ormai sotto pressione e, se esplode, i primi che ne faranno le spese sono loro.
E’ in questo il clima che matura lo sciopero di Fim Uil Fismic e Ugl. Percepiscono che i loro privilegi sono messi in discussione e cominciano a temere la potenziale rabbia operaia e non vogliono essere l’agnello sacrificale dei padroni Stellantis.
Un sindacato filo aziendale che perde completamente la presa sugli operai non va bene neanche alla direzione aziendale. “Facciamogli salvare la faccia” e non mobilitiamo i poliziotti. Questa è stata la scelta della direzione aziendale in concomitanza dello sciopero.
Lo sciopero però, è riuscito in pieno. La produzione si è praticamente fermata e anche tra i filoaziendali, pochi sono entrati a lavorare. Se avessero voluto, gli operai avrebbero superato facilmente i picchetti, ma la massa operaia non ha voluto farlo. Neanche spinta da qualche rappresentante Fiom che, contro i firmatutto, ha criticato aspramente i sindacalisti filo aziendali ai picchetti e ha forzato il blocco per entrare rimanendo isolato dalla massa operaia.
Il dato di fatto è che gli operai, anche non avendo nessuna illusione su chi ha gestito lo sciopero, hanno voluto scioperare.
I firmatutto possono anche essere ufficialmente soddisfatti della partecipazione operaia. L’operazione di accreditarsi come l’unica forza sindacale capace di fermare la fabbrica e trattare col padrone è per ora riuscita, ma nella realtà sono preoccupati per la mobilitazione operaia. In fondo speravano nella riuscita della mobilitazione, ma non nella adesione così massiccia degli operai. Dopo uno sciopero di questa dimensione cosa racconteranno ora se all’interno non cambierà nulla?
I problemi della Fiom non sono minori, anzi. È il primo sindacato in fabbrica ma fino ad ora ha solo bloccato gli operai che volevano muoversi e prodotto una montagna di chiacchiere. Anche in occasione dello sciopero ha dimostrato inconsistenza e completa incomprensione di cosa pensano gli operai. Invece di aderire allo sciopero e farlo diventare un vero momento di lotta contro il padrone e di critica dei suoi servi sindacali, si è tenuta fuori e ha addirittura sostenuto, in alcuni suoi rappresentanti, episodi di crumiraggio, scatenando reazioni negative anche tra molti suoi iscritti.
Gli operai hanno misurato la propria forza. Hanno avuto la dimostrazione che, se vogliono, la fabbrica si ferma. Hanno anche capito che non hanno un’organizzazione propria. L’attuale Fiom è inadeguata a dirigerli e i firmatutto dimostreranno presto che sono sempre gli stessi filoaziendali di ieri.
La massa per lottare c’è, bisogna solo organizzarsi seriamente.
F. R.

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