Il piano Marchionne prosegue, ma ora ne sappiamo qualcosa in piu’
Marchionne ha fatto rientrare i licenziamenti perche’ il messaggio che voleva dare l[k]aveva dato: tutti con la testa piegata altrimenti sono guai, per tutti, anche per la FIOM!
Pero’, al manager FIAT non e’ piaciuto che il fronte sindacale si stava compattando contro l[k]azienda. Ai picchetti c[k]erano tutte le organizzazioni e anche all[k]attivo RSU. Tutti uniti contro l[k]azienda, quelli che erano contro il WCM e quelli che lo appoggiano perche’ porterebbe lo [k]sviluppo[k] a Pomigliano.
Questo e’ stato un brutto segnale per Marchionne che l[k]ha definitivamente convinto a ritirare i licenziamenti.
In questi pochi giorni si sono chiarite molte cose. Gli stessi dirigenti sindacali si sono sbottonati di piu’. Oggi sappiamo per certo che:
1) Pomigliano non ha ufficialmente un piano industriale. Cosa si produrra’? Il [k]Sole 24 ore[k], il giornale di confindustria, ci dice [k]ammiraglie e fuoristrada[k], segmento D ed E. Andremo a competere se cosi, con BMW, Mercedes, Audi. Quanto dureremo? Non solo, ma per quella produzione non servono tanti operai quanti sono oggi.
2) Con l[k]applicazione del WCM altra gente andra’ fuori. L[k]abbiamo gia’ visto con gli esperimenti sulla 159: meno operai sulle linee e aumento dei ritmi per chi rimane, altro che [k]sviluppo[k]!
3) Con queste premesse dobbiamo aspettarci, alla fine del [k]corso[k], cassa integrazione e licenziamenti, non solo il blocco del turn over come ci dice sempre il [k]Sole 24 ore[k]. Alla fine, nella migliore delle ipotesi, questa rimarra’ una fabbrica di 4000/5000 addetti, comprese le terziarizzate.
4) La FIAT vuole mettere in discussione anche i privilegi del sindacato. A Marchionne serve avere organizzazioni sindacali al suo servizio con cui fare contratti con aumenti di pochi euro lordi al mese, ma questo fuori dallo stabilimento. All[k]interno non vuole vincoli all[k]utilizzo della forza lavoro: i delegati di fabbrica o collaborano completamente con l[k]azienda, o rischiano a loro volta. Inoltre, vuole che il numero di sindacalisti interni si riduca. Basta con permessi sindacali e gente che non lavora: i primi che tentera’ di far saltare saranno gli [k]esperti[k].
5) La cosa che piu’ teme la FIAT e’ l[k]unita’ di tutti gli operai, al di la’ e al di fuori della logica delle parrocchie sindacali. E[k] grazie a questa unita’ che gli operai di Melfi le hanno tenuto testa per 21 giorni ed e’ per scongiurare questa unita’ a Pomigliano che la FIAT ha ritirato i licenziamenti. I padroni imparano dalle nostre lotte, noi dobbiamo saper fare altrettanto, il primo passo e’ l[k]unita’ di tutti gli operai combattivi.
Oggi sappiamo qualcosa in piu’ rispetto a quello che ci aspetta. Cominciamo a riflettere e a organizzarci collettivamente per vedere come difendere i nostri interessi.
Non facciamoci prendere in giro da chi parla del WCM come presupposto per lo sviluppo di Pomigliano. Non esiste un modo [k]buono[k] di produrre per il padrone. Ogni nuovo [k]metodo[k] di lavoro serve solo per spremerci di piu’ e realizzare maggiori guadagni sulla nostra pelle.
Mercoledi al cambio turno ci sara’ un banchetto di Operai Contro in solidarieta’ agli operai licenziati FIAT di Melfi e Pomigliano. Mignano, Auria, Ferrentino, Passannante e Miranda sono ancora fuori dalla fabbrica. Non dimentichiamoli! Verra’ distribuito anche il numero speciale di Operai Contro sui licenziamenti politici alla FIAT con articoli e interviste di Mimmo Mignano e gli altri.
Associazione per la Liberazione degli Operai
Sez. di Napoli fip 21/01/08 Per contatti scrivere: Via Falck, 44 20099 Sesto San Giovanni (MI)
http://www.asloperaicontro.org http://www.operaicontro.it e-mail: [email protected]
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