FRANCIA: OPERAI IN LOTTA PER I SALARI CONTRO I LICENZIAMENTI

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Mentre la cronaca ci mostra una Francia attraverso la telenovela di Sarkozy che cambia moglie, e’ in atto un feroce attacco agli operai.
I salari dice l[k]Insee , (che e’ l[k]Istat francese), sono sempre piu’ colpiti. Se nel 2001 le spese fisse delle famiglie, senza il mangiare e il vestire (affitto, bollette, trasporti, assicurazioni, riparazioni), assorbivano il 50% del salario, oggi non basta il 75%.
Sarkozy ha defiscalizzato gli straordinari, ma anche lavorando di piu’ con gli straordinari, il salario aumenta al massimo dai 50 ai 120 euro al mese, che non cambiano la situazione, con l[k]inflazione che viaggia oltre il 2%.
Molte aziende licenziano non per crisi, ma per andare altrove dove trovano forza lavoro piu’ ricattabile, quindi salari piu’ bassi e normative inesistenti. Una di queste e’ la fabbrica di pneumatici Kle’ber-Michelin che, pur avendo chiuso il bilancio con una crescita del 34%, sta per licenziare 826 operai dalla fabbrica di Toul.
Stessa storia per l[k]Arcelor-Mittal di proprieta’ del gigante indiano dell[k]acciaio, che vuole chiudere l[k]impianto di Gandrange, licenziando 600 operai, nonostante abbia chiuso il bilancio con 7,5 miliardi di utili.
Altri 200 operai sul filo del licenziamento a Saint-Dizier nella fabbrica di gelati Miko della Unilever che ristruttura. Le assicurazioni Agf, controllate dalla tedesca Allianz, hanno annunciato 200 licenziamenti. L[k]anno scorso le delocalizzazioni hanno causato in tutta la Francia 50 mila licenziamenti. I dipendenti pubblici hanno reagito alla proposta di aumenti dello 0,8%, con giornate di lotta.
Alla Ore’al son partiti gli scioperi con richiesta di aumento di salario del 9% per tutti.
Per aumenti salariali sono in lotta con scioperi a singhiozzo, anche i dipendenti di Conforma (catena di supermercati del mobile) e Air France. Le cassiere hanno organizzato il 1[k] febbriaio, la prima giornata di sciopero in tutta la Francia. Nell[k]editoria ( Prisma, Presse, Moniteur), si e’ ottenuto un primo aumento dopo alcune giornate di scioperi risoluti. Lo scontro e’ aperto in tutti i settori.

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