Votiamo no al referendum perche’ servono forti aumenti salariali
(22 febbraio 2008)
Votiamo no al referendum perche’ servono forti aumenti salariali [k] un no alla flessibilita’ e al prolungamento dell’orario questi erano e rimangono gli obiettivi dei lavoratori.
Al contrario, ancora una volta il contratto nazionale appena concluso prevede aumenti salariali ben al di sotto dell’inflazione, cede ai padroni sull’orario di lavoro e gli straordinari e non ottiene praticamente niente sulla stabilizzazione dei rapporti di lavoro.
Per il terzo livello, che riguarda la grande maggioranza degli operai, l’aumento e’ di 109 euro lordi in due anni e mezzo, pari a circa 71 euro netti; l’ultima quota, di 26 euro, sara’ pagata solo a partire da settembre 2009, per cui l’aumento per i due anni che sono a decorrere dalla scadenza dell’ultimo contratto e’ di soli 83 euro lordi, pari a 54 netti.
All’interno di un massimo di 64 ore annue, la flessibilita’ puo’ essere richiesta dall’azienda in ogni momento dell’anno. l’accordo della rsu non e’ piu’ necessario: se entro 10 giorni la rsu non accetta le richieste aziendali, e’ previsto che l’azienda tratti direttamente con le direzioni sindacali provinciali.
Diventa inoltre obbligatorio un giorno in piu’ di straordinario e un giorno di permesso diventa lavorativo, a discrezione dell’azienda. con la parificazione agli impiegati, richiesta dai padroni, aumenta il periodo di prova per gli operai. per i lavoratori in reperibilita’, cade l’obbligo di 11 ore di riposo tra due prestazioni lavorative.
Sul lavoro a termine non c’e’ nessun limite in percentuale; l’obbligo di assunzione andra’ in vigore solo dal 1.4.2009 e scattera’ solo dopo 44 mesi di lavoro nella stessa azienda, cioe’ sette o otto anni di lavoro stagionale.
Questi sono i risultati di una trattativa che si e’ svolta di fatto a partire dalla piattaforma degli industriali, dimenticando quella approvata dai lavoratori, specialmente nella parte normativa.Sia nelle richieste salariali che nella gestione della trattativa e’ mancata la determinazione a sostenere di fronte agli industriali rivendicazioni che sono legittime e necessarie per i lavoratori interessati e raccolgono anche il consenso di gran parte della societa’. tutti riconoscono infatti lo scandalo dei salari piu’ bassi d’europa, degli aumenti dei carichi di lavoro e delle morti che vengono dal peggioramento delle condizioni di sicurezza.
Non e’ neanche vero che in questo modo si difenda il contratto nazionale, anzi una contrattazione cosi lontana dalle esigenze e dalle richieste dei lavoratori e un accordo cosi negativo nei suoi contenuti disorientano e creano le condizioni per la subalternita’ e la disgregazione del movimento sindacale.
Per queste ragioni i lavoratori non possono accettare l’accordo siglato.
Erano e restano necessari forti aumenti salariali e vincoli rigidi sugli orari, l’intensita’ del lavoro e le assunzioni a termine.
Delegati e Lavoratori Piaggio aderenti alla rete 28 Aprile in Cgil per l’ indipendenza e la democrazia sindacale
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