Il Partito Democratico con Veltroni in testa ha definito il proprio programma elettorale, 12 punti in 32 pagine. In confronto al programma dell[k]Unione del 2006, sono ben 249 le pagine in meno, ma qui sta il bello: non si sa se tirare un sospiro di sollievo o preoccuparsi di piu’. Va anche considerato che se Veltroni ha nel programma meno chiacchiere scritte, ne ha sicuramente di piu’, parlate, rispetto all[k]allora primo candidato Prodi.
Leggiamo dai giornali il 1[k] punto: [k]Attenzione alla spesa pubblica in modo da ottenere risorse per mezzo punto di Pil l[k]anno[k]. Piu’ chiaramente vorrebbe dire, taglio della spesa pubblica ogni anno, pari a mezzo punto del Pil. Come volevasi dimostrare, il drastico sfoltimento delle pagine non ha intaccato la paraculite, ossia lo scrivere [k]attenzione[k] invece di [k]taglio[k]. Tagliare la spesa pubblica, vuol dire aumentare il costo del servizio pubblico: tariffe, ticket, trasporti, ospedali, medicine, ecc. Parlare chiaro si rischia di prendere pochi voti. E siamo solo alla prima parte del primo di 12 punti!
Leggiamo ancora dal 1[k] punto: [k]Valorizzare la quota non demaniale del patrimonio pubblico[k]. Non si sa come Veltroni intenda [k]valorizzare[k] questo patrimonio, finora operazioni simili nei precedenti governi, hanno visto la cessione e/o la vendita a privati, per lo piu’ a prezzi stracciati, di ingenti beni immobili statali, grazie alla legge sulle cartolarizzazioni, varata nell[k]aprile 1999 dal governo D[k]Alema, e che poi per 5 anni, a partire dal giugno 2001 ha ampiamente usato Tremonti con
il governo Berlusconi. Sara’ anche per questo che in questi giorni, Berlusconi rinfaccia a Veltroni di rubargli il programma.
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