ALFA DI POMIGLIANO: LA FIAT CREA I REPARTI CONFINO

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Continua l’operazione di eliminazione di ogni opposizione operaia nelle fabbriche Fiat. Dopo i licenziamenti, con le scuse piu’ diverse, degli operai piu’ combattivi negli stabilimenti di Melfi, di Pomigliano e Termoli, Marchionne, con il beneplacito di Fim, Fiom e Uilm, e’ passato alla normalizzazione dell’Alfa di Pomigliano. Per imporre i nuovi e piu’ pesanti ritmi di produzione e la nuova turnistica, con tanto di sabato lavorativo, ha fermato per due mesi lo stabilimento. Nei fatti una vera e propria serrata, mascherata dal pagamento dei salari e dal corso di “formazione”.
L’ultima trovata, accolta sempre dalle dichiarazioni gioiose dei dirigenti di Fim, Fiom e Uilm, e’ quella di un “centro di logistica” esterno allo stabilimento di Pomigliano dove confinare, oltre agli operai con ridotte capacit[k]a’ lavorative, tutti gli operai combattivi. Una vera e propria lista di proscrizione in cui sono stati inclusi, ad esempio, tutti gli operai aderenti ai sindacatini alternativi.
Luned[k] 3 marzo le linee dovrebbero ripartire senza la scomoda presenza di chi potrebbe opporsi alle nuove peggiorate condizioni di lavoro.
Con il cinismo tipico dei padroni, che fece scrivere ai nazisti sul portone d’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz la frase Arbeit Macht Fre”, Il lavoro rende liberi”, Marchionne ha deciso di dedicare la “Nuova Pomigliano” a Giambattista Vico, perche’ questo filosofo sosteneva che la creativita’ era la piu’ umana delle facolt[k]a’.

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