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EX OSTAGGI IN IRAQ, STEFIO RINVIATO A GIUDIZIO
(di Roberto Buonavoglia)
BARI – Da vittima di un sequestro a imputato. Salvatore Stefio, uno degli italiani sequestrati nel 2004 dai ribelli iracheni, e’ stato rinviato a giudizio con l’accusa di ‘arruolamenti o armamenti non autorizzati a servizio di uno Stato estero’. Con il suo socio Giampiero Spinelli e’ accusato di aver reclutato Didri Forese e gli ex ostaggi italiani Umberto Cupertino e Maurizio Agliana.
I due, assieme a Stefio e a Fabrizio Quattrocchi, furono catturati il 12 aprile 2004 e liberati dopo 56 giorni. Quattrocchi fu invece ucciso. Secondo l’accusa, Stefio, con la complicita’ di Spinelli, fece gli arruolamenti tramite la ‘Presidium corporation’ (societa’ con sede alle Seychelles riconducibile, secondo l’accusa a Stefio), e invio’ i tre compagni in Iraq “affinche’ militassero in favore di Forze armate anglo-americane, in contrapposizione a gruppi armati stranieri”. Il tutto in cambio di danaro. Prima di disporre il rinvio a giudizio, il gup di Bari Anna De Palo ha rigettato l’eccezione della difesa che sosteneva che la competenza ad indagare fosse della magistratura romana, poiche’ i presunti arruolamenti sono avvenuti non a Sammichele di Bari (come sostiene l’accusa) ma a Fiumicino, poco prima della partenza per l’Iraq. Il processo comincera’ il 3 luglio davanti alla Corte d’assise di Bari.
La difesa promette battaglia, anche perche’ il reato contestato ai due imputati (art.288 codice penale) non ha precedenti giurisprudenziali e prevede pene durissime che arrivano fino a 15 anni di reclusione. Il legale di Spinelli, Francesco Maria Colonna, ha definito l’inchiesta un “processo politico” e ha spiegato che “i ragazzi non sono stati arruolati al servizio di uno Stato estero ma come contractor per garantire sicurezza in Iraq”. “Gli Usa – ha aggiunto – hanno stipulato contratti per 3.000 contractor per non impiegare i propri soldati. E il precedente governo Prodi ha dedicato un capitolo di bilancio per ingaggiare contractor, prevedendo finanziamenti per 3,5 milioni di euro”. Quella del difensore non e’ l’unica polemica sollevata attorno all’indagine. Nell’ottobre del 2004 suscito’ un vespaio il provvedimento (subito annullato dal Riesame) con cui il gip Giuseppe De Benedictis impose a Spinelli il divieto di espatrio. Il giudice scrisse che i quattro ex ostaggi erano ‘mercenari o, quantomeno, gorilla a protezione di uomini di affari in quel martoriato territorio” e non facevano altro che fiancheggiare “le forze della coalizione” angolo-americana “e questo spiega, se non giustifica, l’atteggiamento dei sequestratori nei loro confronti”. Durissimo fu anche il giudizio sulla ‘Presidium corporation’ di Stefio definita “un centro di addestramento ed arruolamento di mercenari”.
Dopo il rinvio a giudizio la replica degli ex ostaggi, che respingono all’unisono l’accusa di essere mercenari, non si e’ fatta attendere. Per Agliana sono stati “buttati via altri soldi per una caccia alle streghe che risultera’ infruttuosa e inutile”; Cupertino ricorda di essere, assieme agli altri, “una vittima del terrorismo”, e si aspettava un’archiviazione dell’inchiesta. “Per l’ennesima volta – dice Dridi Forese – si va ad infangare non solo la nostra reputazione, ma soprattutto il nome di Fabrizio Quattrocchi, da tutti riconosciuto come un eroe nazionale”. “Indignato ma sereno” si sente l’imputato Stefio. “A me – accusa – sembra un conflitto politico piu’ che un conflitto di giustizia”.
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