di Marco Bazzoni
Caro Beppe,
sono qui a ringraziarti ancora per l’opportunita’ che mi hai dato ieri, che per me e’ fantastica.
Avrei voluto parlare anche della vicenda di Graziella Marota, ma non volevo “rubare” altro tempo ad altri interventi, cosi’ ho voluto concludere con i sindacati, che hanno le loro colpe, perche’ NON ESISTE, che con tutta la sfilza di morti e infortuni sul lavoro che ci sono stati, non siano stati capaci di organizzare uno sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale a Roma.
Sara’ perche’ c’era il governo amico?Chissa’!!!.
Se questa morti fossero’ successe sotto il governo Berlusconi, eccome se avrebbero organizzato lo sciopero di 8 ore contro le morti sul lavoro, anche piu’ di uno.
E io non ci sto, perche’ la sicurezza sul lavoro non ha colore politico, non e’ ne di destra, ne di centro, ne di sinistra: e’ di tutti.
Quando un operaio muore, non si va a guardare di che partito politico era.
Oggi mi sono riguardato il V2-Day, che sono riuscito a registrare tutto.
Purtroppo Beppe, quando hai letto la tua lettera dal titolo “Quando un operaio muore”, stranamente l’audio e’ andato via, per poi ritornare sul mio intervento.
Sicuramente il video della tua lettera, che e’ molto profonda, e in cui ci sono tante verita’, andrebbe pubblicato sul blog.
Oggi ho comprato qualche giornale per vedere cosa dicevano del V2-Day, e come c’era da aspettarsi sono quasi tutti critici, ma non c’e’ ne importa, vuol dire che il V Day ha colpito nel segno una seconda volta.
Al quotidiano La Stampa di Torino, che mi definisce “un operaio disilluso”, cioe’ che pensa di cambiare le cose scrivendo, voglio dire:
Cosa hanno fatto loro di concreto, perche’ gli infortuni e le morti sul lavoro si riducessero drasticamente?
Io non ricordo iniziative forti, a parte raccogliere i fondi per i familiari della vittime della strage della Thyssenkrupp di Torino: ci sarebbe mancato che non si muovevano neanche di fronte a quella.
Si ritorna sempre al solito discorso, i quotidiani e i tg parlano della mancata sicurezza sul lavoro, sono quando ci scappa l’infortunio grave o mortale, altrimenti tacciono.
Iniziamo a levargli i fondi statali, perche’ e’ inammissibile che io debba pagare un quotidiano due volte, da lettore o abbonato, e con le mie tasse, e forse inizieranno ad essere piu’ umili.
Ci vuole piu’ formazione e informazione per i lavoratori.
La formazione deve essere fatta in modo adeguato, e non come si fa di solito, affidandola al lavoratore piu’ esperto, solo del lavoro e non del lavoro sicuro.
Idem per l’informazione, che di solito si riduce ad una dispensa di 10/15 pagine: ditemi voi se questo e’ fare formazione e informazione!!!
La formazione agli RLS (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) va aggiornata, non e’ possibile che le aziende per legge siano obbligate a farci solo un corso di formazione 32 ore, e poi basta.
Inoltre, ci vuole la certezza della pena per i datori di lavoro che sono responsabili di infortuni gravi o mortali (basta indulti e sconti di pena).
Il 20 giugno del 2006, la mia amica Graziella Marota, ha perso un figlio di solo 23 anni, morto sul lavoro con il cranio schiacciato da una pressa tampografica, nella ditta Asoplast di Ortezzano (AP), che lavora per il gruppo Merloni.
I due imputati (amministratore delegato Asoplast e della ditta costruttrice della pressa), sono stati condannati con la sentenza del 4 aprile, a soli 8 mesi con la condizionale, anche se dubito che sconteranno mai un solo giorno di questa pena.
E’ questa sarebbe la giustizia?
E’ una vergogna!!!
Altro che 8 mesi con la condizionale, gli dovevano dare 8 anni di galera (minimo).
La vita di un operaio vale davvero poco.
Concludo con una proposta: perche’ il prossimo V-Day non lo organizzi contro gli infortuni e le morti sul lavoro?
Saluti.
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