dal Corriere della Sera
Veltroni all’incontro con i neoeletti del Pd
ROMA -Per Walter Veltroni e’ stata un’altra giornata difficile. All’insegna della tensione e di un risultato elettorale che potrebbe avere influenza anche sugli assetti interni al Partito democratico. In mattinata l’incontro con i vertici del suo partito, per fare il punto della situazione e preparare la nuova stagione parlamentare, che debutta ufficialmente martedi; nel pomeriggio l’incontro con i neoeletti del Pd. Poi l’attesa dei risultati. Infine, l’amara constatazione che la poltrona da lui stesso lasciata due mesi fa per assumere la guida del Pd e’ stata persa e occupata da quello stesso avversario che lui non aveva avuto particolari problemi a battere nel 2006. Quindi, ancora una volta, come due settimane fa, la necessita’ di rivolgersi alla stampa per ammettere pubblicamente una sconfitta che lui stesso ha definito [k]molto grave, molto pesante[k], un insuccesso [k]che io non posso non sentire con particolare acutezza e amarezza personale e politica[k].
IL [k]CAMINETTO[k] E I CAPIGRUPPO – Nell’incontro del mattino, alla riunione del cosidetto [k]caminetto[k] (a cui hanno partecipato anche Marini, D’Alema, Bersani, Rosy Bindi, Gentiloni, Enrico Letta, Fassino, Bettini, Soro e la Finocchiaro) Veltroni aveva dettato la linea per il nuovo impegno che attende il Pd dai banchi dell’opposizione. E sulla scelta dei due capigruppo aveva espresso l’auspicio di una riconferma di Antonello Soro e di Anna Finocchiaro, rimettendosi pero’ anche alla decisione dei neoparlamentari.
L’ATTESA AL LOFT – Nel pomeriggio Veltroni, dopo avere incontrato i neoeletti del Pd, si e’ riunito con i suoi fedelissimi al Loft, il quartier generale del partito, in attesa dei risultati. La leggera euforia data dal risultato incoraggiante di Zingaretti, il primo ad essere trapelato dalle urne (lo spoglio delle Provinciali avviene prima, per questioni gerarchiche, rispetto a quello delle Comunali) e’ durata poco: e’ stato sufficiente che arrivassero i dati delle prime venti sezioni scrutinate per il Campidoglio, che davano Rutelli gia’ indietro di quattro punti, per capire che sarebbe stata difficile. E a mano a mano che lo scrutinio procedeva (e con i dati che le organizzatissime sezioni ex ds facevano affluire al Loft prima ancora che il cervellone del ministero li elaborasse e diffondesse) i timori diventavano amare certezze. Fino alle 19 nessuno dalla sede del Pd ha voluto commentare. Poi, dopo i primi commenti dei diretti interessati, Alemanno e Rutelli, e’ stato lo stesso Veltroni, senza aspettare oltre, a far arrivare alla stampa, con una nota, la voce ufficiale del Pd. La sua.
RESA DEI CONTI? – Resta ora da vedere se la sconfitta avra’ ripercussioni politiche. Il Riformista, il quotidiano diretto dall’ex senatore della Margherita Antonio Polito e considerato vicino alla corrente veltroniana, con un editoriale non firmato (e quindi attribuibile allo stesso Polito) nell’edizione di lunedi mattina, quando ancora i risultati nessuno li poteva immaginare, aveva preso di mira l’ex sindaco chiedendosi se [k]sara’ in grado di tenere botta[k] di fronte ad una sconfitta. Non solo: [k]Qualcuno – si leggeva tra l’altro nell’editoriale – gli dovra’ pur dire di scendere dal pero e tornare tra i mortali[k]. Facile ipotizzare ulteriori affondi nelle prossime ore.
[k]WALTER NON SI TOCCA[k] – In difesa di Veltroni si e’ pero’ subito schierato Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, sostenitore ante-litteram del Pd. Che parla di [k]microcatastrofe romana[k], ma che mette le mani avanti: [k]Non si metta in discussione ne’ il Pd, ne’ il suo segretario, ne’ altro[k]. [k]Soltanto [k]qualche insano di mente – ha detto Cacciari rispondendo ad un giornalista , potrebbe chiedere le dimissioni di Veltroni. Non so cosa poteva fare Veltroni di diverso[k].
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