CONTRO L[k]IPOTESI DI RIFORMA CONTRATTUALE
L[k]attacco al ruolo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e alla contrattazione collettiva, lanciato da Confindustria e sostenuto dal Governo, punta a cancellare le piu’ elementari forme di solidarieta’ nel mondo del lavoro. Con la detassazione degli straordinari, dei premi variabili e degli incentivi personali, si persegue la subordinazione individuale e il conseguente aumento dei carichi di lavoro. Si marginalizzano cosi le donne e si indebolisce il movimento sindacale.
Cgil, Cisl, Uil, di fronte alla catastrofe dei salari italiani, che sono i piu’ bassi d[k]Europa, (negli ultimi 25 anni i salari hanno perso oltre l’8% rispetto a profitti e rendite, e un 3,5% se ci limitiamo al periodo dal ’93 in poi, anno del primo accordo sulla contrattazione. Stiamo parlando, con il 3,5%, di ben 50 miliardi di euro) invece di mettere in discussione la politica di concertazione e moderazione salariale, con il documento sulla riforma della contrattazione la ripropongono in termini ancor peggiori.
Si passa dal concetto di [k]inflazione programmata[k] degli accordi del [k]93 a quello di [k]inflazione realisticamente prevedibile[k]. Un bell[k]ingegno per dire la stessa cosa! Tra l[k]altro e’ significativo il dato fornito dall[k]Istat, formulato sulla base di un paniere alternativo basato sui prodotti di largo consumo. L[k]inflazione reale sarebbe del 4,8% e non del 2,9% che e’ il dato ufficiale. E probabilmente siamo ancora lontani dalla verita’.
Il documento Cgil, Cisl, Uil, prevede il superamento del biennio economico e l[k]unificazione della vigenza contrattuale su base triennale. Del resto gia’ diversi contratti nazionali firmati di recente, da quello del pubblico impiego a quello dei metalmeccanici, avevano messo in discussione il biennio. In pratica pensano di aumentare i salari da fame lasciando scadere i contratti non dopo due ma dopo tre anni! Meno Contratto Nazionale e piu’ Contratti di secondo livello.
Il documento infatti afferma che [k]la contrattazione accrescitiva di secondo livello sara’ incentrata sul salario per obiettivi rispetto a parametri di produttivita’, qualita’, redditivita’, efficacia, efficienza.[k]. Dal nostro punto di vista in questo modo si ripristinano le vecchie gabbie salariali!
Riteniamo il documento di CGIL-CISL-UIL, profondamente sbagliato! Per questo proponiamo in alternativa:
– Di abbandonare il vincolo dell[k]inflazione rispetto ai contratti nazionali
– Un meccanismo di aumenti salariali automatici che recuperino, anche solo parzialmente, la
crescita dell[k]inflazione
– La riduzione dei vincoli che legano rigidamente il salario alla produttivita’ e alla flessibilita’
– Una maggiore democrazia sindacale
Per discutere di questo ed altro ti invitiamo a partecipare all[k]
ASSEMBLEA PUBBLICA
mercoledi 25 giugno 2008, ore 17.30
Milano – Camera del Lavoro / sala Buozzi
interviene:
GIORGIO CREMASCHI Segretario Nazionale Fiom – Rete 28 Aprile
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