8 luglio 2008 – 09:48
Multa a chi prega in strada
La proposta di Penati: chi intralcia il traffico dovra’ pagare
di Redazione
Sulla chiusura della Moschea di viale Jenner Monsignor Gianfranco Bottoni, responsabile per le relazioni ecumeniche e interreligiose, aveva lanciato il suo anatema: [k]solo un regime fascista o populista arriva a tanto[k], e subito il ministro dell’Interno, Robero Maroni, aveva precisato spiegando che il provvedimento in discusisone sarebbe stato quello di un trasferimento del luogo di culto in un altrra zona.
Ma ad accendere ulteriormente la discussione ci ha pensato il Presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati (del PD) proponendo di multare i musulmani che pregano per strada intralciando i passanti. [k]Per impedire che la preghiera dei musulmani del venerdi in viale Jenner a Milano si trasformi in una paralisi dell’intero quartiere[k] invoca Penati [k]si applichi da subito, e non si capisce come non lo si sia fatto prima, l’articolo 190 comma 4 del Codice della strada, in cui si dice chiaramente che e’ vietato ai pedoni, sostando in gruppo sui marciapiedi, sulla banchine o presso gli attraversamenti pedonali, causare intralcio al transito normale degli altri pedoni[k].
Nel giorno della preghiera, infatti, il venerdi, sono circa 4mila i fedeli che arrivano al centro di viale Jenner, il piu’ grande del milanese, che pero’ non riesce a contenerli tutti col risultato che molti di loro sono costretti a rimanere fuori, per strada.
Il Comune aveva suggerito una “moschea a tempo”: cioe’ dare in gestione al centro islamico, dietro pagamento, per qualche ora la settimana un luogo chiuso, come pe resempio il velodromo Vigorelli. Ma il presidente del centro, Abdel Hamid Shaari, si e’ subito detto disposto a pagare un affitto a patto pero’ di avere una sede fissa e non “volante” come questa: [k]Non siamo nomadi della religione. Vogliamo sentirci a casa nostra, nella nostra citta’. Noi siamo milanesi[k]. E sicuramente non se ne parla di essere allontanati dalla citta’.
Anche la Curia aveva lanciato la sua proposta suggerendo la costruzione di micro-moschee capaci di ospitare 2-300 persone, vicine ai luoghi di lavoro e alle abitazioni dei fedeli islamici. Ma per adesso la soluzione sembra ancora lontana
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