L[k]Amministrazione Obama e’ consapevole dei sacrifici imposti, e parla di [k]lacrime e sangue[k]. Ma questi sacrifici sono un soffio rispetto all[k]uragano che si profila all[k]orizzonte. A ben vedere, gli 80M$ [k]risparmiati[k] sono nulla, in rapporto a un debito pubblico di oltre 14.000M$. Il 16 maggio, al Congresso, ci sara’ lo scontro ben piu’ grave sul tetto del debito pubblico, che ora e’ di 14.290M$, prossimo quindi a splafonare. Il capo dei Tea Party, il senatore della Florida Marco Rubio, si dichiara contrario a ogni innalzamento, che favorirebbe ulteriormente gli investitori stranieri in titoli di Stato USA, come la Cina, che gia’ detengono meta’ del debito dello zio Sam. e’ una cura da cavallo, quella di Marco Rubio & Co., che dovrebbe [k]restituire vigore al Paese[k], ma potrebbe avere effetti [k]collaterali[k] catastrofici, secondo il governatore della FED, Ben Bernake. Per evitare un default, Obama si rimangia tutte le sue velleita’ progressiste, e propone una cura alla [k]greca[k]: forti tagli ai programmi di assistenza sociale, blocco dei salari degli statali e generose riduzioni fiscali alle aziende. In cambio, solo le promesse di un sostegno all[k]istruzione, grazie a un eventuale aumento delle tasse per i redditi sopra i 250mila$. Promesse… Ma, ancora una volta, i contabili yankee fanno i conti senza l[k]oste. L[k]oste e’ il debito complessivo degli Stati Uniti, cui concorrono il debito degli Stati Federali, delle famiglie, delle banche, delle imprese. Infine, c[k]e’ una parte di debito [k]sommersa[k], fuori dalle statistiche ufficiali. Calcolando tutti questi debiti gli USA, hanno un[k]esposizione complessiva di 75milaM$, vale a dire piu’ del 500% del Pil (che e’ di 14.266M$). Per capirci, il debito pubblico italiano e’ intorno al 120%, con una differenza sostanziale, rispetto agli USA: lo Stato italiano e’ indebitato sopratutto con gli italiani, privati e imprese, che, a loro volta, sono poco indebitati, anzi, le famiglie hanno ancora qualche risparmio. ]]>
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