Contro il sindacalismo bacchettone. Egregio Direttore Si e’ svolto ieri sera a Lecco, con la partecipazione di molti operai, l’annunciato dibattito pubblico: [k]compromessi sindacali e opposizione operaia[k]. La solidarieta’ delle operaie della Omsa in presidio a Faenza, per impedire il trasferimento dei macchinari in Serbia, e’ arrivata per interposta persona, ma non per questo e’ stata meno toccante. Gli operai in presidio della Yamaha, di Lesmo (Mb), hanno inviato l’adesione con un comunicato letto in apertura di serata, segnali di imminente sgombero del presidio da parte delle forze dell’ordine, hanno impedito la loro diretta presenza. Il padre di Carlo Giuliani nel ricordare quel tragico G8, ha contestualmente fatto emergere il ruolo delle forze dell’ordine nello Stato, lo stesso che svolge nei confronti degli operai quando le loro rivendicazioni non sono allineate alla rassegnazione. Poi gli operai delegati della Fiom della Marcegaglia di Milano e di Lomagna (Lc), della Fomas di Osnago (Lc), della Jabil di Cassina de Pecchi (Mi) e della Innse di Milano, che in fabbrica ben radicati e amalgamati con gli operai, svolgono coerentemente la loro azione sindacale, su problemi e obbiettivi posti e discussi con gli operai stessi, dando seguito all’occorrenza a scioperi, azioni di lotta anche ad oltranza quando serve. L’attenta ed affollata assemblea che non si e’ scomposta nelle 3 ore di dibattito, ha cosi scoperto che gruppi di operai con i loro delegati, decisi a lottare per difendere i propri interessi, trovano un freno nei funzionari e nell’apparato. Molto seguito ed interessante, anche l’intervento dell’operaio delle Officine di Bellinzona, delegato Unia e presidente del Comitato di sciopero dell’omonima fabbrica, protagonista della strepitosa lotta che ne ha impedito lo smantellamento, ed oggi conta piu’ di 500 operai. Per il sindacalismo bacchettone si annunciano tempi cupi, converra’ tenere conto che con la crisi, l’aria e’ cambiata. Saluti da Lecco ]]>
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