Continua la protesta degli operai dell[k]azienda Cantiere Navale di Trapani che dallo scorso 26 novembre occupano la nave Marettimo M, una commessa mai portata a compimento al 100% per via della crisi aziendale. Per preservarne al massimo l[k]integrita’ in vista di una futura consegna, gli operai del collettivo vi risiedono limitando l[k]uso dei locali ed ovviamente non utilizzando i motori e l[k]impianto elettrico. La nave e’ lunga 140 mt circa e ha una stazza di 18mila tonnellate. L[k]occupazione e’ l[k]estremo tentativo di attirare su di se’ l[k]attenzione e segnalare la situazione insostenibile. [k]Abbiamo contro un padrone spietato, dei sindacati ce ne siamo liberati, mentre le istituzioni si voltano dall[k]altra parte. All[k]ufficio provinciale del lavoro ci hanno risposto: va bene, trovate voi la soluzione e poi ci fate sapere. Come si fa a credere nello Stato?[k], queste le parole usate da Antonino Di Cola, 46 anni di cui 16 passati dentro il Cantiere Navale di Trapani, per spiegare l[k]attuale situazione. La vicenda e’ iniziata nel giugno 2009 con il varo dellla piu’ grande petroliera mai costruita in Sicilia. Secondo Giuseppe D[k]Angelo, titolare del cantiere, entro tre mesi doveva essere consegnata all[k]armatore Augusta Due con sede a Roma, chiudendo cosi una maxi commessa da 40 milioni di euro. Dopo due anni e mezzo il Cantiere navale di Trapani, lamentando la crisi internazionale, ha prima messo in cassa integrazione per tutto il 2011 e infine, prima del Natale ha annunciato il licenziamento dei 59 lavoratori, nonostante la commessa da 7 milioni e mezzo ottenuta dalla Marina Militare.
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