Sabato 4 febbraio alla sala [k]Borsellino[k] di Pomigliano si e’ tenuta un[k]assemblea in solidarieta’ di Francesco Ficiara’, operaio della Case New Holland (CNH) di Modena licenziato per motivi politici.
Francesco e’ la seconda volta che viene colpito dalla FIAT, gruppo a cui appartiene la CNH. Quattordici anni fa la FIAT lo licenzio’ per la prima volta. La mobilitazione dei compagni e la sentenza di un giudice del lavoro lo riportarono nello stabilimento.
Il motivo persecutorio dell[k]azienda, reiterato una seconda volta, e’ apparso cosi plateale che il giudice del lavoro ne ha ordinato l[k]immediato reintegro con procedura d[k]urgenza.
Ciononostante, la FIAT continua a tenerlo fuori. Quindi, ancora di piu’ ora diventa determinante la mobilitazione dei compagni in favore di Francesco.
L[k]assemblea di Pomigliano ha avuto questo esplicito motivo.
Alla assemblea ha partecipato un numero limitato di compagni (una trentina), con una piccola rappresentanza della FIAT di Pomigliano, per due motivi.
Dovevano partecipare operai e compagni dalla FMA di Avellino, dalla Irisbus di Gottaminarda, dalla FIAT SATA di Melfi e compagni dal basso Lazio. Le condizioni proibitive delle strade, determinate dal maltempo eccezionale, non hanno permesso la loro partecipazione.
Per gli operai della FIAT di Pomigliano, la limitata presenza e’ stata determinata dall[k]arroccamento delle varie parrocchie sindacali che dividono gli operai piu’ combattivi e ne limitano ormai in modo profondo la capacita’ di muoversi. Al posto dell[k]unita’ contro l[k]arroganza aziendale, questi, dietro una dirigenza miope e arroccata (su cosa?), fanno un favore ulteriore al padrone dividendosi e negando la solidarieta’ ad un loro compagno colpito.
Un secondo motivo, non meno importante del primo, consiste nel fatto che la maggior parte degli operai di Pomigliano (piu’ di 3.500), aspettano ancora la chiamata al lavoro da parte del caporale Marchionne e partecipare ad un[k]assemblea di solidarieta’ di un licenziato FIAT, ne avrebbe potuto compromettere ulteriormente la riassunzione.
Sono entrambi segni evidenti della debolezza degli operai, frutto di anni di politica sindacale tutta tesa a trovare mediazioni con il padrone e non alla lotta, dove le uniche iniziative reali contro l[k]azienda sono state le cause legali, cioe’ affidarsi alla magistratura invece di contare principalmente sulle proprie forze e sull[k]arma dello sciopero.
Questi aspetti sono stati tutti evidenziati negli interventi nell[k]assemblea.
Era presente da protagonista, Rosario Monda, operaio FIAT licenziato e riassunto dopo tre anni dal pronunciamento della magistratura in suo favore. Reintegrato non grazie alla solita causa legale quindi, ma per la mobilitazione dei compagni di Operai Contro che hanno organizzato una campagna contro la FIAT che l[k]azienda ha dimostrato di soffrire particolarmente, e grazie alla determinazione di Rosario che gli ha dato la possibilita’ di resistere per tre anni in condizioni di vita proibitive, senza posto di lavoro e senza salario.
L[k]assemblea ha sottolineato che per gli operai bisogna trovare altre strade per rispondere ai padroni rispetto a quelle seguite fino ad ora e che ci hanno portato alla sconfitta.
Superare i particolarismi delle parrocchie sindacali e le illusioni dei partiti della sinistra, anche [k]estrema[k], che ha come unico scopo riconquistare le poltrone parlamentari perse.
Riconquistare la consapevolezza di essere una collettivita’ con gli stessi interessi e non tanti individui isolati e deboli nella fabbrica, di fronte al padrone.
Organizzarsi in modo indipendente dalle altre classi, sui propri interessi, come operai, costruendo il partito operaio.
Difendere i licenziati e sostenerli in ogni modo, cominciando da Francesco, riproponendo l[k]esperienza vincente maturata con Rosario.
Per la ricchezza della discussione e per la qualita’ delle questioni poste, l[k]assemblea di Pomigliano e’ stata particolarmente importante e, pur in condizioni proibitive, e’ stato giusto farla.
Per gli operai e’ un inizio per cambiare.
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