L’ISTAT CORREGGE EUROSTAT

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ANSA

Confrontando le retribuzioni e il costo del lavoro all’interno dell’UE si evince che il “posizionamento dell’Italia risulta in linea con la media europea” e comunque migliore di Spagna e Grecia. Ne da’ notizia l’Istat, precisando alcune informazioni sui dati Eurostat diffusi domenica.

“Domenica 26 febbraio – si legge nel comunicato stampa dell’Istituto Statistico italiano, diramato da palazzo Chigi – le agenzie di stampa hanno riportato la notizia che Eurostat aveva rilasciato dei dati sulle retribuzioni e il costo del lavoro; tali informazioni hanno avuto una larga diffusione sui media di oggi lunedi 27. A seguito della richiesta formulata per le vie brevi, in questa nota si illustrano alcune considerazioni sui dati in questione . La pubblicazione dell’Eurostat e’ un Pocketbook dal titolo ‘Labour market statistics’. All’interno della pubblicazione – sottolinea l’Istat – fra le tante informazioni sul mercato del lavoro, nella tavola 7.1 intitolata “Average gross annual earnings by sex, business economy, 2005 and 2009, le retribuzioni lorde annuali per l’Italia indicate per il 2009 risultano essere pari a 23.406 euro, ponendo il nostro paese nella graduatoria al di sotto della Grecia (29.160 euro) e della Spagna (26.316 euro). In realta’ nella tabella c’e’ la nota 2 posta sopra il 2009 che segnala, purtroppo in modo poco chiaro, che il dato relativo all’Italia si riferisce al 2006 e non al 2009. Di conseguenza i dati pubblicati non sono comparabili”. “Per realizzare un confronto corretto – prosegue l’Istituto – si puo’ considerare la stessa pubblicazione Eurostat alla sezione “Labour costs” (tabelle 8.1, 8.2 e 8.3), dove i dati derivano dall’ultima edizione della Rilevazione sulla struttura del Costo del lavoro del 2008″. L’Istat allega una tabella “contenente i dati estratti in data odierna dalla banca dati Eurostat” che “consente di confrontare correttamente le retribuzioni e il costo del lavoro all’interno dell’UE: da tale confronto, il posizionamento relativo dell’Italia risulta in linea con la media europea, e il valore assoluto nazionale supera ampiamente quello della Spagna e ancor piu’ il valore della Grecia”.

CAMUSSO, VOGLIAMO ACCORDO MA PER RIFORMA SERIA – “E’ nostro obiettivo e nostra intenzione fare un accordo per riformare seriamente il mercato del lavoro partendo dalle priorita’: ridurre la precarieta’, allargare le tutele e mantenere i diritti”. Cosi il leader della Cgil, Susanna Camusso, parlando al direttivo sulla trattativa con il governo sulla riforma del mercato del lavoro.

ANGELETTI, ASPETTIAMO RISPOSTE AMMORTIZZATORI SOCIALI – C’e’ attesa a livello sindacale per i prossimi incontri con il governo. “Nel tavolo di giovedi con il Governo – ha detto Luigi Angeletti, segretario Uil, oggi a Vicenza – ci aspettiamo delle risposte praticabili sugli ammortizzatori sociali, il vero punto cruciale della riforma per risolvere il quale occorre che il governo stanzi delle nuove norme. Non si possono estendere gli ammortizzatori sociali se non ci sono sufficienti risorse per proteggere le persone che rischiamo di perdere il posto di lavoro”.

MARCEGAGLIA, COMBATTERE CATTIVA FLESSIBILITA’ – “Sulla flessibilita’ in entrata siamo a buon punto, la volonta’ del governo e’ di combattere la cattiva flessibilita’ e lasciare quella buona: se c’e’ una falsa partita iva questa va combattuta, ma i contratti a termine e part-time vanno mantenuti. Ci hanno consentito, dalla riforma Treu in poi, di aumentare dal 48 al 58 per cento il tasso di occupazione, sebbene adesso sia in discesa ma per la crisi”. Cosi il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, risponendo ai giornalisti a Caltanissetta.

BONANNI: SFIDARE GOVERNO, MENO TASSE SU SALARI – La Cisl ”sfida il governo” perche’ si dia meno enfasi all’articolo 18 e si facciano piuttosto ”iniziative per ridurre il fisco sui salari”. Lo afferma il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. ”Ci sono troppe tasse sul lavoro dipendente – ha detto – siamo oltre il 50%”. La Cisl si aspetta una riforma del mercato del lavoro che si porti a termine ”con molto senso di responsabilita’ da parte dei sindacati ma anche del governo”. Lo ha detto il segretario generale Cisl, Raffaele Bonanni, entrando in un incontro per le elezioni delle Rsu del pubblico impiego. ”Vedo troppe discussioni polverose – ha detto – e troppe incomprensioni inspiegabili. Vedo troppi tira e molla, e’ venuto il momento per dire che il sistema italiano e’ in ginocchio. C’e’ molta enfasi sull’articolo 18 e poca sui lavoratori”.

FORNERO: SCARDINARE SITUAZIONE – In Italia abbiamo “salari bassi e un costo del lavoro comparativamente elevato. Bisogna scardinare questa situazione, soprattutto aumentando la produttivita’”. Cosi il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha commentato i dati di Eurostat secondo cui un lavoratore dipendente in media guadagna in Italia la meta’ che in Germania.
Per il ministro del lavoro, dunque, l’aumento della produttivita’ e’ la vera chiave per sbloccare la situazione. Anche perche’ – ha sottolineato Fornero “difficilmente bassi salari creano crescita”. Proprio quella crescita di cui attualmente il Paese ha bisogno.

Fornero e’ “fiduciosa” sulla possibilita’ di un’ampia intesa sulla riforma del mercato del lavoro e sull’articolo 18, ma mette in guardia le parti sociali: “Il tema va affrontato in maniera laica, senza levate di scudi”. E alla vigilia dell’incontro di giovedi incontrera’ il premier Mario Monti.

“Voglio convincere le parti sociali e gli italiani che ci sono molte cose da cambiare nel mercato del lavoro, non perche’ ce lo chiedono l’ Ocse o l’ Fmi, ma perche’ bisogna creare un mercato piu’ inclusivo”. Ha detto il ministro, sottolineando come bisogna “aprire nuove prospettive ai giovani e alle donne, eliminando quella flessibilita’ che genera precarierta’”. Fornero ha quindi assicurato che la riforma degli ammortizzatori “si fa oggi ma si attua negli anni,non ora che siamo in crisi”.

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