LA SITUZIONE ECONOMICA SICILIANA: CONSEGUENZA DELLA CULTURA MAFIOSA.
Cara redazione, in Sicilia e’ epoca di grandi manovre politiche, si tessono nuove alleanze, si sfiduciano vecchi alleati, si riuniscono vecchie divisioni, tutto in vista delle imminenti elezioni autunnali. Al solito si assiste allo scaricabarile delle responsabilita’ dell[k]attuale degrado regionale. Ma qual e’ l[k]attuale situazione, al di la’ di cio’ che si legge sui giornali, sulla base dei fatti, e da dove deriva? Tutto trae origine dal nuovo corso del potere mafioso, dopo il periodo delle grandi stragi. La Mafia aveva capito che doveva riorganizzarsi, cercare nuove alleanze, individuare nuovi obiettivi, perche’ non aveva piu’ il tacito appoggio di una parte della Borghesia Siciliana, non piu’ disposta a pagare i costi del pizzo e dell[k]estorsioni. Inoltre c[k]era l[k]esigenza di smobilizzare e utilizzare un[k]enorme massa di capitali accumulati negli anni, da attivita’ illecite e [k]lecite[k]. Allora inizia una frenetica attivita’ di contatti con la classe politica nazionale e regionale, non per integrarla nella struttura mafiosa, ma per dettare l[k]agenda politica, spingerla a compiere delle politiche economiche di forti investimenti di capitali. I contatti sono stati, specie a livello regionale, assolutamente trasversali, perche’ la Mafia da tempo aveva capito che le distinzioni tra destra e sinistra sono solo formali, quello che conta sono le scelte concrete: in provincia di Enna, per esempio, i referenti politici dei contatti sono stati alcuni esponenti del Partito Democratico Provinciale. La politica, cosi, ha potuto agire su due livelli: da un lato, a parole, ha combattuto la Mafia, intendendola solo come organizzazione criminale, dall[k]altro ha portato avanti delle politiche a lei favorevoli, vedi i vari condoni o il rientro dei capitali dall[k]estero, legge praticamente approvata trasversalmente dal parlamento nazionale. Nello stesso tempo si e’ assistito alla scalata di due settori economici strategici, Italcementi e Unicredit, vale a dire il ciclo del cemento e la finanza, da parte di due imprenditori di origine siciliana, Ligresti, Caltagirone, un caso?
Ma a livello regionale cos[k]e’ avvenuto negli ultimi vent[k]anni? Figura chiave di questo periodo e’ stato Toto’ Cuffaro, l[k]unico politico siciliano che e’ stato preso con le mani nella marmellata, il principale responsabile della situazione economica attuale, l[k]attuatore delle politiche economiche piu’ conformi alla cultura mafiosa, proseguita anche dai politici attuali. Durante le sue amministrazioni si e’ avuta la massima espansione della mentalita’ del favore e del rispetto e si e’ espanso a dismisura il sottoproletariato, una marea di persone sono state assunte in modo clientelare per sostenere la politica ed essere sostenuta dalla politica: 23000 forestali, la meta’ di quelli impiegati nel resto d[k]Italia, circa 20000 dipendenti regionali, dieci volte in piu’ della media delle altre regioni, infine un[k]infinita’ di altre figure precarie impiegate in vari enti. Molto spesso,pero’, non c[k]e’ stato un impiego sociale di questi lavoratori, per esempio nella riforestazione, ma sono stati pagati per non fare niente, per alimentare la cultura del favore. Anche i sevizi vengono forniti seguendo le logiche della cultura mafiosa: in molte aree della Sicilia si notano le riserve d[k]acqua sui tetti, spesso le strade sono invase dai rifiuti, la meta’ della popolazione non e’ dotata di depuratori, la viabilita’ interna e’ in condizione disastrosa. L[k]importante e’ non risolvere totalmente i problemi per ricattare la popolazione. Contemporaneamente si e’ favorito a dismisura il settore privato: in Sicilia c[k]e’ la piu’ alta concentrazione, rapportato alla popolazione, di cliniche private convenzionate, cosi come vi e’ la piu’ elevata presenza di centri commerciali e supermercati; il trasporto delle merci e delle persone avviene quasi esclusivamente su gomma perche’ la ferrovia e’ in condizioni pietose. Queste politiche hanno avuto un effetto devastante sull[k]economia e sull[k]ambiente : le pendici dell[k]Etna sono costellate di capannoni dismessi e la piana di Catania, quando piove, viene invasa dall[k]acqua perche’ non viene piu’ trattenuta dal suolo; aumentano a vista d[k]occhio i terreni incolti perche’ non c[k]e’ un canale distributivo delle merci locali; i centri storici delle grandi citta’ stanno economicamente morendo, mentre le tangenziali sostengono un traffico caotico per la presenza dei numerosi centri commerciali. Pero’ gli esperti parlano di[k] progressi nella lotta alla mafia[k], ma sulla base di che cosa si fanno simili affermazioni? e’ diminuita la prostituzione, la droga o il traffico di armi? e’ migliorata la vita delle persone? Ma questi personaggi hanno mai fatto un giro nelle periferie urbane e nelle strade secondarie, pullulate di prostitute? In realta’ la Sicilia sta vivendo uno dei periodi piu’ bui della sua storia perche’ manca di un contrasto reale alla cultura mafiosa e si stanno diffondendo una rassegnazione e una mentalita’ sottoproletaria molto pericolosa. Inoltre c[k]e’ una totale opacita’ informativa, le notizie non circolano o sono manipolate e gli organi di contro informazione si occupano di aria fritta e non di problemi reali. Quando sorge un movimento spontaneo di protesta viene subito guidato da loschi figuri. Percio’ la lotta degli operai ha un[k]importanza enorme . La borghesia non ha alcun reale interesse a combattere la mafia alle radici perche’ utilizza i suoi capitali e opprime il popolo.
PIERO DEMARCO
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