MOLTENO – Uno dopo l’altro gli operai della Thule di Molteno hanno lasciato la linea di montaggio che produce catene (per le gomme delle auto e per il settore industriale) e hanno varcato il cancello dello stabilimento: erano in sciopero.
Le maestranze del primo turno hanno incrociato le braccia per un’ora contro i licenziamenti. [k]Due nostri colleghi, un quadro di 52 anni e una addetta al centralino di 40 anni hanno ricevuto la lettera di licenziamento giovedi scorso – spiega Paola Mazzoleni, rsu – Licenziati, in tronco, a partire dal giorno successivo. Adesso in fabbrica c’e’ molta paura perche’, com’e’ successo a loro, puo’ succedere anche a noi, non ci sentiamo piu’ sicuri di niente e da un giorno con l’altro rischiamo di perdere il lavoro[k].
La Thule, che fa capo al colosso svedese, conta 120 operai, che al 90% hanno aderito allo sciopero. Questi ultimi sono rimasti in azienda, si sono affacciati alle vetrate per osservare la manifestazione, ma non hanno aderito all’iniziativa.
[k]Non capiscono che stiamo scioperando soprattutto per loro? – si domanda Giuseppe Longhi, rappresentante dei lavoratori – negli ultimi due anni cinque dipendenti, per lo piu’ impiegati sono stati licenziati in questo stesso modo. Senza alcun preavviso, senza alcuna giustificazione, si sono visti recapitare una lettera di licenziamento[k].
Alla richiesta della lavoratrice di poter essere reintegrata in azienda, anche con una mansione diversa, magari in produzione, l’azienda ha risposto negativamente, come spiegano i sindacalisti Pierangelo Arnoldi (Fim) e Mauro Castelli (Fiom).
[k]Hanno risposto che non poteva entrare in produzione perche’ una simile soluzione avrebbe rappresentato un danno d’immagine per l’azienda – raccontano i sindacalisti – ora la donna sta meditando di impugnare la lettera di licenziamento e avviare una procedura legale[k].
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