Spagna, continua la protesta degli statali a Madrid
25 luglio 2012
Dopo studenti, minatori e disoccupati, in questi giorni hanno iniziato a protestare contro le misure di austerity del governo Rajoy anche i dipendenti statali. Medici, pompieri, agenti di polizia e autisti dei mezzi pubblici sono scesi nelle piazze di Madrid per gridare [k]no[k] ai tagli al settore pubblico.
DOMINIQUE FAGET/AFP/GettyImages
Le proteste sono ricominciate ieri, 24 luglio, quando un gruppo di lavoratori ha occupato spontaneamente l[k]ospedale della capitale spagnola. Spontaneamente, perche’ si tratta di un[k]iniziativa che non rientra nelle proteste organizzate dai sindacati. Non solo si protesta contro i tagli, infatti, ma anche contro le privatizzazioni di centri pubblici nel settore sanitario.
Molte manifestazioni hanno preso vita in maniera improvvisata per creare disagio. Quella di ieri, e’ solo l[k]ultima di una serie di proteste non annunciate che si sono avute negli ultimi giorni, tra la tensione e la violenza degli scontri che avvengono puntualmente tra le forze dell[k]ordine e i dimostranti.
Tensione che e’ destinata ad aumentare, poiche’ i manifestanti sono inferociti contro una situazione che li sta logorando. [k]Que se jodan[k], e’ infatti uno degli striscioni piu’ significativi che ben riassume l[k]umore con cui la gente si riferisce al governo che ha predisposto i tagli.
I licenziamenti e i mancati pagamenti di varie mensilita’ in alcune imprese comunali stanno accrescendo poi la situazione gia’ pesante nelle piazze. Non sembrano pronti a fermarsi i manifestanti, ma anzi sembrano destinati ad aumentare in termini numerici e ad espandere la loro protesta in tutto il Paese, sulla scia di quanto hanno fatto nelle scorse settimane i minatori.
Esasperata la gente per le strade: [k]Non si puo’ annunciare l[k]aumento dell[k]Iva, l[k]eliminazione della tredicesima e la diminuzione del sussidio di disoccupazione in Spagna, dove un giovane su due e’ senza lavoro, un quarto della popolazione e’ disoccupata e gli stipendi minimi sono congelati da dicembre[k].
A nulla sembrano servire i moniti del governo, che invita i funzionari pubblici a dare preavviso e chiedere un[k]autorizzazione scritta per qualunque mobilitazione in orario di lavoro. Secondo quanto stabilito nello Statuto base dei lavoratori (Ebep) e nel contratto collettivo unico per il personale statale, ricorda la circolare governativa, [k]le proteste dovrebbero avvenire al di fuori dell[k]orario di lavoro e dopo preavviso di 24 ore all[k]amministrazione, e sempre che non danneggino la prestazione del servizio[k].
Avvertimenti che chi si si ribella ai tagli imposti dall[k]esecutivo non pare ascoltare: navigando sui social network non si scorge il minimo segno di resa, ma solo nuovi appelli per future manifestazioni di massa nella capitale e in altre citta’ iberiche.
Da quando il governo di Mariano Rajoy ha annunciato, lo scorso 11 luglio, il taglio delle tredicesime, dei permessi invernali e sindacali per i dipendenti della funzione pubblica, le proteste degli statali sono state praticamente quotidiane.
Anche i poliziotti e pompieri stavolta sono tra i dimostranti: i loro sindacati hanno calcolato, infatti, un taglio di 300 euro netti sui loro stipendi nel quadro delle manovre di austerita’.
Comments Closed