CON GLI OPERAI DELL[k]ILVA
No al ricatto [k]o accettate i veleni o restate senza lavoro[k]
Gli operai dell[k]Ilva non sono dalla parte dei padroni Riva. Essi hanno pagato sulla propria pelle, prima e piu’ di tutti, la mostruosita’ di un inquinamento decennale. Ma hanno, prima ancora, pagato per il regime di sfruttamento, schiavitu’ salariale e persecuzione imperante in fabbrica. Hanno pagato con la morte, gli infortuni e le malattie professionali, in una fabbrica nella quale non si sa mai se a fine turno si uscira’ ancora vivi e integri.
Nessuno puo’ fare la lezione agli operai dell[k]Ilva. Non la possono fare i padroni Riva, che li sfruttano a sangue, li ammazzano e giudicano la prevenzione delle morti, degli infortuni, dell[k]inquinamento una rottura di scatole. Non la puo’ fare lo Stato, il padrone che per 36 anni ha condotto lo sporco lavoro di sfruttatore inquinante poi continuato dai Riva. Non la possono fare i dirigenti sindacali, che hanno preferito collaborare con lo Stato e i Riva facendo accordi al ribasso sulla pelle degli operai e hanno dimenticato i loro interessi. Non la possono fare politici, magistrati, giornalisti e altri benpensanti che per 50 anni hanno sempre ignorato i problemi degli operai, prima dell[k]Italsider, poi dell[k]Ilva, per compiacere i padroni che gli danno da mangiare.
I sindacati Cgil-Cisl-Uil vogliono far scendere in piazza gli operai in difesa della fabbrica, cioe’ del padrone.
Ma gli operai dell[k]Ilva non difendono ne’ i Riva ne’ la fabbrica che inquina Taranto. Lottano per il posto di lavoro e il salario, per non fare la fame, per la difesa della propria salute, per sopravvivere.
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