Ndrangheta e politica. Non c[k]e’ solo la regione Lombardia, negli interessi politici dei clan di Vibo Valentia, perche’ un posto di primo piano ce l[k]ha anche la regione Lazio. E sin dalle elezioni regionali del 2010. A sostenere la campagna elettorale di Raffaele d[k]Ambrosio, poi eletto nell[k]Udc, e nominato vice presidente del Consiglio regionale, c[k]era il massone Paolo Coraci, indagato dalla procura di Catanzaro per concorso esterno in associazione mafiosa.
Ma c[k]e’ di piu’. Al Fatto Quotidiano risulta che alle cene, organizzate nella campagna elettorale di d[k]Ambrosio, ha partecipato anche Francesco Comerci [k] messinese come Coraci [k] anch[k]egli indagato, sempre dalla Dda di Catanzaro, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Borrelli. Comerci e’ accusato di associazione mafiosa: secondo gli inquirenti e’ parte attiva nel clan Tripodi, un[k]articolazione della cosca Mancuso, per il quale svolge il ruolo di prestanome nell[k]impresa Edil Sud. La lista degli invitati, al ristorante Squisito di Roma, prevedeva la presenza di Marika Tripodi, figlia del boss Nicola, anch[k]ella indagata per associazione mafiosa dalla procura di Catanzaro.
Al Fatto Quotidiano, pero’, risulta un ulteriore dettaglio: a elezione avvenuta, gli appuntamenti tra Coraci e d[k]Ambrosio, non sono terminati. Anzi: i due si sono incontrati nuovamente. Il punto e’ che Coraci e’ il personaggio chiave dell[k]inchiesta condotta dal pm Pierpaolo Bruni che, nei giorni scorsi, ha perquisito nove persone tra Sicilia, Calabria, Lazio e Lombardia. Un[k]inchiesta complessa, quella di Bruni, che sta disegnando una mappatura di potere occulto, ramificata tra il Lazio e la Lombardia, che unisce la [k]ndrangheta di Vibo Valentia alla massoneria. Coraci e’ infatti il gran maestro di una loggia romana ispirata, secondo l[k]accusa, da un altro massone di vecchia data: Angelo Fiaccabrino che, negli anni Novanta, fu prima accusato, e poi assolto, per i suoi rapporti con Cosa Nostra.
Bruni e’ convinto che Coraci [k] congiuntamente a Nicola Tripodi e Francesco Comerci [k] abbia usato la Edil Sud [k]per il conseguimento delle finalita’ illecite della cosca di riferimento, attraverso operazioni societarie e finanziarie[k]. Il massone siciliano, pero’, s[k]interessa anche di politica. Ispirandosi a don Luigi Sturzo fonda un[k]associazione: [k]Liberi e Forti[k]. Ed e’ proprio con questa associazione che decide di sostenere Raffaele d[k]Ambrosio nelle elezioni del 2010. Non e’ detto che d[k]Ambrosio sapesse della stretta vicinanza tra Coraci e il clan Tripodi. Anzi: puo’ ben essere che d[k]Ambrosio, in quella campagna elettorale, lo ignorasse.
L[k]inchiesta di Bruni [k] nella quale d[k]Ambrosio non e’ indagato [k] si sta concentrando sugli affari della Edil Sud (e altre societa’ radicate in Lombardia), sul mix di [k]ndrangheta e massoneria (la loggia di Coraci ispirata da Fiaccabrino) e i loro rapporti con le istituzioni. Di certo, pero’, c[k]e’ che uomini legati al clan Tripodi hanno partecipato alla campagna elettorale di d[k]Ambrosio. E Coraci, in questa storia, va inquadrato in tutti i suoi ruoli. Accusato di concorso in associazione mafiosa, con il clan vibonese, e’ anche il gran maestro di una loggia massonica, nonche’ il fondatore dell[k]associazione Liberi e Forti che sostiene pubblicamente il candidato Udc. C[k]e’ un ultimo ruolo, non secondario, nelle mille vite parallele di Coraci, ben rappresentate dal suo appartamento in via Umbria: doppio ingresso, da un lato l[k]accesso alla loggia, dall[k]altro, quello della Sicomoro consulting: il gran maestro e’ anche un imprenditore nel ramo della consulenza finanziaria. Con il pallino delle energie rinnovabili. e’ quest[k]uomo che attovaglia decine di ospiti alle cene elettorali di d[k]Ambrosio. Che ne cura in diverse occasioni la campagna per le regionali del 2010. Un uomo che [k] stando alle accuse del pm Bruni [k] era la cerniera tra la [k]ndrangheta del clan Tripodi di Vibo Valentia e la massoneria. Una persona capace di tentare questo strano affare: acquistare per 16 milioni di euro, dalla Fintecna, un appartamento in via Giulia a Roma.
Piccolo dettaglio: secondo l[k]accusa, Coraci, non vuole figurare in prima persona, quindi chiede alla Edil Sud [k] riconducibile al clan Tripodi [k] di intestarsi l[k]appartamento. In cambio, il massone vicino all[k]Udc, offre alla Edil Sud i lavori di manutenzione. L[k]affare non va in porto. Ma e’ chiaro il suo rapporto con il boss della [k]ndrangheta. Un rapporto che cura anche nella primavera del 2010, quando si preoccupa della campagna elettorale di d[k]Ambrosio e gli porta a cena Francesco Comerci, ritenuto da Bruni parte integrante del clan. e’ una data importante: quella sera, la [k]ndrangheta di Vibo Valentia, siede a tavola con la politica che conta. Quella romana. Grazie a Coraci il clan era arrivato fin li. E non e’ poco.
da Il Fatto Quotidiano del 13 ottobre 2012
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