Piacenza – Scontri e feriti al Polo logistico di Piacenza, davanti allo stabilimento Ikea di Le Mose. Le forti tensioni sono iniziate alle prime luci dell[k]alba, con i facchini in protesta che hanno bloccato i cancelli e le forze dell[k]ordine intente a liberare l[k]area per permettere l[k]entrata dei camion e quindi far riprendere la produzione.
Le trattative, avviate prima dall[k]assessore al Lavoro, Luigi Rabuffi e in seguito dal sindaco Paolo Dosi tra il Consorzio Cgs e i Cobas sono pero’ sfumate malamente. Il primo cittadino ha chiesto ai manifestanti, rappresentati da Aldo Milani, segretario nazionale Cobas, di sbloccare i cancelli per permettere la produzione e ha promesso un tavolo di trattativa nel pomeriggio. Niente da fare, scottati dalle precedenti promesse mancate, i facchini hanno tenuto duro e il questore, Calogero Germana’ ha avviato immediatamente le procedure di sgombero. Cosi si sono svolte vere e proprie scene di guerriglia urbana, con cariche, manganellate per staccare i lavoratori che cercavano di rimanere uniti, lancio di fumogeni da parte delle forze dell’ordine e risposta con pietre e oggetti contundenti dai manifestanti. E naturalmente i feriti non sono mancati.
Diversi coloro che hanno richiesto l[k]intervento del 188 tra i manifestanti sostenuti, oltre che dai Cobas anche da Rifondazione comunista. Almeno cinque le persone che hanno avuto la peggio [k] portati via dalle ambulanze [k] nel tentativo di sgombero, molti altri i contusi, visto che da una parte le forze dell[k]ordine hanno provato a forzare il blocco trascinando i manifestanti, dall[k]altro si e’ registrata la decisione a continuare.
Non sono mancate le prove di forza, da parte delle forze dell[k]ordine che invece di riuscire a riportare la calma hanno scatenato la folla assiepata al cancello numero nove dello stabilimento Ikea, avamposto degli scontri.
Scene mai viste a Piacenza, soprattutto sotto gli occhi di un sindaco e di un assessore al lavoro che, collegati a filo diretto con i rappresentanti delle cooperative non sono riusciti a farle smuovere di un passo dalle loro posizioni. [k]Vi chiedo un atto di fiducia, andiamo al tavolo e trattiamo[k] ha detto Dosi ai lavoratori. [k]Non ci fidiamo, o entriamo tutti o nessuno[k] la loro risposta. E l[k]epilogo e’ stato caratterizzato solo dalla violenza.
[k]Chiediamo il rispetto dell[k]equita’ delle ore lavorate da tutti[k] ha spiegato un altro rappresentante Cobas, Edoardo Petrantoni che e’ poi tornato sulla trattativa arenatasi nei giorno scorsi con le cooperative: [k]Sembrava avessero accettato alcune richieste, facendo presagire un[k]apertura, invece dall[k]ultimo incontro in Provincia l[k]azienda e’ tornata al muro contro muro. Cosi siamo decisi ad andare avanti con la protesta[k].
Tutto e’ nato dopo l[k]esclusione di 12 lavoratori dall[k]Ikea, iscritti al sindacato Cobas, che sarebbero stati i primi a chiedere condizioni di lavoro eque tra tutti gli operai. Ora sono in 14 sulla [k]lista nera[k] della ditta svedese e altri 70 rischiano il posto. [k]I problemi sorgono dalla disparita’ sulle buste paga [k] continua Petrantoni [k] che per alcuni sono di 400 euro e per altri di mille e 200 euro[k]. Cobas e cooperative sono parecchio distanti. Il sindacato chiede l[k]entrata da parte di tutti gli operai, anche gli esclusi, dall[k]altra le cooperative (San Martino, Euroservice e Crystal) vogliono che i cancelli siano liberati senza pero’ dare garanzie ai lavoratori.
Dispersi i manifestanti non si sono pero’ calmati gli animi. Sempre Milani ha infatti annunciato per martedi [k]uno sciopero generale di tutti i lavoratori delle aziende di Piacenza. Non solo Ikea ma anche Tnt, Gls e tanti altri stabilimenti che vivono le stesse condizioni di ricatto da parte delle cooperative[k]. Insomma, si preannuncia un autunno rovente per la Primogenita, scossa dai venti di protesta provenienti dal Polo Logistico.
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