L’IMU sulla prima casa ( cosi come l’ICI in passato) e’ una tassa odiosa ed ingiusta; si e’ preferito “sparare nel mucchio” per fare cassa velocemente anziche’ tassare i patrimoni.L’amministrazione comunale di San Dona’, a guida Lega nord, ha deciso di rivedere al rialzo le aliquote, con l[k]alibi delle minori entrate da parte dello Stato. Gli amministratori leghisti hanno avuto tra le mani un enorme potere decisionale ed hanno preferito scegliere in modo semplicistico e frettoloso, anziche’ calibrare le loro attenzioni verso chi realmente vive in condizione di estrema difficolta’. e’ il caso di tutti quei nuclei familiari in cui sono presenti persone disabili. Chi ha un figlio disabile con piu’ di 26 anni, non ha diritto ad alcuno sconto; se il nucleo familiare e’ composto anche da un anziano non autosufficiente o disabile, l[k]unica detrazione prevista e’ quella generica di 200 euro sulla prima casa. Ne’ il governo nazionale ne’ tantomeno la giunta Zaccariotto hanno pensato di andare incontro a chi, quotidianamente, si prende cura di persone con disabilita’! L’iniquita’ insita nella decisione assunta dal sindaco Zaccariotto e da tutta la sua giunta, che peraltro godono dell’inossidabile appoggio di molti cattolici e del Clero, e’ uno schiaffo a chi e’ socialmente piu’ debole e in difficolta’.
Il pagamento dell’IMU sulla prima casa andra’ a danneggiare ulteriormente la fascia di famiglie che accudiscono i loro parenti disabili; queste infatti oltre alle conseguenze della crisi, subiscono sulla loro pelle gli effetti dei tagli alla spesa sociale e del costo quotidiano che comporta la disabilita’.
L[k] handicap e’ una delle cause dell[k]impoverimento delle persone e delle famiglie e ogni giorno, diventa sempre piu’ severo e drammatico soprattutto per la mancanza di interventi di supporto e sostegno.
I leghisti a Roma si sono stracciati le vesti, gridando allo scandalo, quando il governo ha esentato dal pagamento dell[k]imu le banche e la Chiesa; ma come al solito, a Roma si urla e in Padania si tace, dimostrando totale indifferenza verso la sofferenza diffusa.
Marina Alfier Alberto D’Andrea
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