[k]Siamo in diecimila[k], e’ la voce che corre tra i manifestanti a Taranto in corteo contro il decreto ‘salva Ilva’, che autorizza l[k]azienda a continuare a produrre nonostante abbia impianti sotto sequestro. Alcuni striscioni sono di sostegno alla magistratura. Su uno, sono riprodotte le facce di coloro che sono coinvolti nell[k]inchiesta giudiziaria Ilva. Mentre il corteo si sta dirigendo verso il centro cittadino, la gente si affaccia ai balconi applaudendo i manifestanti e molti titolari di negozi abbassano le saracinesche a meta’ in segno di solidarieta’ verso chi partecipa alla protesta.
Moltissime le famiglie che spontaneamente hanno deciso di accodarsi al corteo. Tra i cartelli spuntati nel corso della manifestazione, diversi sono quelli a sostegno dei magistrati tarantini, e in particolare del gip Patrizia Todisco, che ha posto sotto sequestro circa cinque mesi fa gli impianti dell[k]area a caldo del siderurgico perche’ inquinanti. Numerosi anche gli slogan lanciati contro i Riva, titolari dello stabilimento, e contro esponenti del governo, in particolare e’ preso di mira il ministro dell[k]ambiente Corrado Clini.
Il corteo e’ partito da piazza Sicilia (una zona semicentrale di Taranto) per concludersi in piazza della Vittoria, nel centro di Taranto, a poche decine di metri dalla prefettura: in piazza, e’ stato annunciato, alcuni artisti si esibiranno gratuitamente in concerto per dare il proprio sostegno alla manifestazione.
Non sono previsti interventi dal palco. Per espresso invito degli organizzatori, riuniti nella sigla comitato 15 dicembre, non ci sono simboli e bandiere di associazioni, movimenti e organizzazioni o partiti.
‘Ma quale profezia Maya. Noi ci ammazza l[k]Aia’ e’ tra gli striscioni e cartelli che innalzano i manifestanti nel corteo. Una ragazza con abiti della Palestina tiene alzato un cartello su cui c’e’ scritto ‘Caro Gesu’ quest[k]anno i pastori verranno da te senza pecore’, chiaro riferimento alle migliaia di pecore che si sono dovute abbattere a Taranto perche’ avvelenate dalla diossina.
C’e’ qualche striscione piu’ tradizionale come ‘Basta ricatto occupazionale, chi ha inquinato deve pagare’, ma la maggior parte sono ironici come ‘La nostra salute non e’ d[k]acciaio’, o con un accenno diretto al ministro dell[k]ambiente, Corrado Clini, come ‘Caso Clinico’ e ‘Non siamo inClini a morire’.
Un manifestante vestito da Babbo Natale indossa un sandwich critico con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al corteo che sta sfilando per le strade di Taranto contro l[k]inquinamento. [k]Hai firmato [k] e’ scritto [k] la nostra condanna, Presidente. Grazie Presidente dai nostri figli tarantini[k]. Il riferimento e’ alla firma apposta dal Capo dello Stato il 3 dicembre scorso al decreto legge che autorizza l[k]Ilva a continuare a produrre, pur avendo gli impianti dell[k]area a caldo sotto sequestro dal 26 luglio scorso.
C’e’ anche un gruppo di genovesi. [k]Siamo preoccupati per la salute degli operai [k] dice uno di loro [k] del futuro occupazionale si deve preoccupare l[k]azienda, garantendolo[k]. Il gruppo innalza uno striscione con la scritta ‘Genovesi con Taranto e con gli operai.
In coda al corteo c’e’ un folto gruppo di giovani che chiede a gran voce che vada via da Taranto la famiglia Riva e sventola bandiere con i colori rosso e blu della citta’ ionica.
Ci sono anche due esponenti del comitato ‘No-Tav’ giunti dal Piemonte nel corteo a Taranto per protestare contro l[k]inquinamento provocato dal siderurgico Ilva. I due esponenti No-Tav sono dipendenti dell[k]azienda Beltrame Afv, ditta siderurgica che opera anche in Val di Susa.
[k]La lotta No-Tav [k] ha detto uno dei due, Claudio [k] ci ha insegnato che solo con la solidarieta’ si puo’ portare avanti una battaglia e si possono raggiungere risultati. Bisogna combattere questa casta di imprenditori e politici, coperti dallo Stato, che hanno portato alla distruzione dell[k]ambiente[k].
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