La campagna elettorale all’insegna di pochi manifesti è dettata dall’esigenza dei partiti di fare cassa comunque, data la paura di tornare presto alle urne ad elezioni fatte, perché si potrebbe creare una situazione d’ ingovernabilità.
L’ipotesi che dopo le elezioni si torni presto a votare, ha indotto i partiti a ridurre la spesa per la propaganda. Un crollo del 50%, a cominciare dai faccioni sui manifesti da 3 metri per 6.
455 sono complessivamente i milioni di euro che vanno ai partiti, come rimborsi elettorali.
Fino al 2006 se la legislatura durava anche meno di 5 anni i finanziamenti si ripetevano.
Invece dal 2006 i rimborsi elettorali sono comunque per 5 anni, a prescindere dal numero delle legislature e i rimborsi vengono dati ai partiti, anno per anno per 5 anni.
Solo Grillo ha restituito finora 1.426.000 euro, ed ha dichiarato che rifiuterà anche i prossimi, una cifra che solo per la Camera si aggira tra i 15 e i 20 milioni di euro per un’intera legislatura.
Grillo motiva la decisione dicendo che, il rimborso elettorale è un modo truffaldino per aggirare il finanziamento pubblico ai partiti bocciato da un referendum.
Saluti da un non votante che condivide la decisione di Grillo.
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