Crolla un ponteggio all’Ilva: morto un operaio, grave un altro
Mentre a Roma si discute sui destini del parlamento e del governo e i numerosi capi e capetti politici si accapigliano su chi e come gestirà il prossimo comitato d’affari dei padroni, all’Ilva di Taranto si continua a morire. All’alba un operaio è morto e un altro è rimasto gravemente ferito per il crollo di un ponteggio verificatosi in una cokeria. La vittima si chiamava Ciro Moccia, aveva 42 anni ed era un dipendente dell’Ilva. Il ferito, Antonio Lidi, di 46, lavora per la ditta esterna Mr.
Quello di stamattina è il terzo incidente mortale in pochi mesi nello stabilimento. Il 30 ottobre infatti aveva perso la vita un operaio addetto al movimento ferroviario del siderurgico, Claudio Marsella, rimasto schiacciato fra due convogli mentre effettuava una manovra di aggancio, mentre il 28 novembre, a causa di un tornado abbattutosi sullo stabilimento, morì il gruista Francesco Zaccaria in servizio nell’area portuale dell’Ilva, la cui cabina fu letteralmente sradicata dal vento e finì in mare dove fu poi recuperata dai sommozzatori qualche giorno dopo. I due erano entrambi dipendenti dell’Ilva.
Secondo i primi accertamenti, stamattina i due operai stavano intervenendo su un binario sul piano di carica della batteria 9, una di quelle sottoposte ai lavori di risanamento ambientale, quando ha improvvisamente ceduto la passerella di carpenteria sulla quale stavano lavorando. Gli operai sono precipitati al suolo da una quindicina di metri. Moccia è morto sul colpo, mentre Lidi è rimasto ferito e trasportato in ospedale per diverse fratture ed è attualmente ricoverato nel reparto di ortopedia con una prognosi di 40 giorni.
A Roma si blatera di chiacchiere, all’Ilva e in tante altre fabbriche e luoghi di lavoro si muore. Berlusconi, Bersani, Monti hanno dato ulteriormente mano libera ai padroni, queste sono le conseguenze. Grillo chiederà l’arresto immediato dei padroni dell’Ilva per omicidio premeditato? Non lo farà, degli operai non gli interessa niente, anche nel suo programma si dà mano libera ai padroni nella loro “attività di impresa”. Grillo si preoccupa di apostrofare Bersani “morto che parla”, ma a Taranto gli operai muoiono davvero e non parlano più.
Operai, dobbiamo prenderci noi, sulle nostre spalle, il peso e la responsabilità della nostra liberazione dallo sfruttamento e dai rischi mortali a esso legati. Nessun altro potrà mai salvarci!
SALUTI OPERAI DALLA PUGLIA
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