Ogni giorno in USA cinquanta milioni di persone vivono la tragedia della fame. Un bimbo su quattro, nel Paese dell’obesità, è ‘food insicure’, la formula con cui gli esperti definiscono chi non è certo di trovare qualcosa da mangiare.
Un problema antico della società americana, ma che si presenta in modo ancora più grave in questi anni di crisi economica, raccontato da un documentario in uscita in questi giorni negli Stati Uniti: ‘A Place at the Table’, un posto a tavola, a cura di Participant Media e Magnolia Pictures, diretto da Lori Silverbush e Kristi Jacobson.
Come spiega il filmato, la tragedia non è provocata dalla mancanza di cibo, ma dalla povertà.
E in USA, chi non ha soldi in tasca, spesso è sovrappeso, visto che il cibo meno caro è anche quello ipercalorico. Un paradosso, solo apparente, che va avanti da decenni. Il film segue la storia di tre persone: Rosie, una bimba di quinta elementare del Colorado, obesa, che vive grazie alla solidarietà dei vicini; Barbie, una ragazza madre disoccupata di Philadelphia che a stento cresce i suoi due bimbi con i buoi pasto pubblici. E infine, Tremonica, una bimba di seconda elementare del Mississippi, gravemente malata per aver mangiato in vita sua solo cibo spazzatura. Nel documentario si mostrano anche gli sforzi che la First Lady, Michelle Obama sta facendo da anni, con la sua campagna Let’s Move, per aiutare milioni di bimbi americani a mangiare sano e fare esercizio fisico.
Obama vuole risolvere il problema della fame con la ginnastica
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