RASSEGNA STAMPA
FAZ 130305
Cina – cresce il rischio di una crisi di stabilizzazione
– Vanno aumentando i segnali di destabilizzazione della Cina, da anni vista dagli investitori come ultima speranza:
o dal luglio 2009 l’indice borsistico CSI-300 è calato di circa il 30%.
– Il premier cinese uscente, Wen Jabao, al Congresso Nazionale del popolo, non avendo più responsabilità si è potuto permettere di presentare una scomoda verità:
o confermato l’obiettivo ufficiale di crescita economica del 7,5%,
o ha ribadito che lo sviluppo economico della Cina è “squilibrato, scoordinato e non sostenibile”.
o Mentre la crescita rallenta, aumentano le sovraccapacità della produzione, aumentano i costi di gestione delle imprese, debole la capacità di innovazione.
o Le entrate del governo sono aumentate lentamente, mentre sono aumentate velocemente le uscite.
o Rischi nel settore Finanza, la struttura industriale è squilibrata.
Lo sviluppo economico è anti-ecologico.
Il governo cinese ha annunciato che continuerà la lotta contro la bolla immobiliare:
o Le nuove condizioni, particolarmente drastiche, dovrebbero servire ad evitare speculazioni immobiliari: per alcune città sono previsti requisiti finanziari e tassi ipotecari più alti per l’acquisto di seconde case, e l’imposizione delle vigenti imposte sui profitti nella vendita di immobili.
o Già oggi chi acquista deve pagare con denaro proprio il 60% del capitale richiesto, il tasso minimo di interesse per ipoteche quinquennali è del 6,55%.
Il successore designato di Wen, Li Keqiang, punta sull’urbanizzazione come motore di crescita, e quindi alla continuazione del boom edilizio.
o Li Keqiang chiede un accesso più ampio al sistema sanitario; sue priorità: incentivare l’occupazione, produzione di energia meno inquinante, costruzione di abitazioni meno costose.
o Non è da attendersi una politica di stabilizzazione economica, si rischia invece una politica di stop-and-go nel mercato immobiliare, che non farebbe che ritardare anziché impedire una bolla e il suo scoppio.
– Secondo un economista di Société Générale di Hongkong l’economia cinese perderebbe competitività, perché i salari crescono molto e sarebbero alti i debiti e la sovraccapacità delle imprese; a breve però non c’è da temere una crisi, e in ogni caso sarebbe superabile.
– Per incentivare l’economia, il deficit di bilancio dovrà aumentare dall’1,6 al 2% del PIL.
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