RASSEGNA STAMPA
Asia Times 130325
Obama resetta la bussola Mediorientale
M K Bhadrakumar
+ Nyt 130322
Con Obama mediatore, Israele e Turchia pongono fine alla loro disputa
JODI RUDOREN e MARK LANDLER
– Tesi: si starebbe preparando un intervento militare occidentale in Siria.
o Con la mediazione di Obama sono state ricucite le relazioni di Israele con la Turchia, vitali per Israele.
o I missili Patriot dispiegati in Turchia apparentemente per difendere lo spazio aereo turco, sono anche in grado di attaccare le forze aeree siriane nel loro spazio aereo,
o una operazione del genere da parte della Nato sarebbe un potente disincentivo per il regime siriano.
o Ugualmente significativo che le navi da guerra della forza navale Standing NATO Maritime Group 1, giunte nel Mediterraneo orientale a fine febbraio, abbiano visitato la base navale turca di Aksaz, due settimane fa’ mentre andavano a unirsi al gruppo da guerra Usa, che comprende le portaerei USS Dwight D Eisenhower e le sue scorte.
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– La riconciliazione turco-israeliana (dopo tre anni) consentirà ai due paesi di “lavorare assieme per promuovere i comuni interessi” nella regione, come dichiarato dal segretario di Stato americano, John Kerry.
Essa influisce sulla bilancia strategica complessiva del Medio Oriente,
o con profonde implicazioni sulla questione iraniana; l’Iran è una sfida alle ambizioni regionali di entrambi;
o l’asse turco-israeliano avrà un ruolo cruciale nel caso gli Usa decidano di attaccare l’Iran.
– La politica mediorientale americana sta riprendendo lustro, con Turchia e Israele suoi agenti locali, ma nella regione si prospettano forti turbolenze.
– Obama si muove con precauzione, escluso l’impegno di soldati americani sul terreno in Siria;
– USA, Nato e Israele possono fornire una importante copertura aerea e lanciare attacchi missilistici.
– Le potenze occidentali preferirebbero l’eliminazione di Assad, anziché l’occupazione del paese.
– Se occorressero forze sul terreno in Siria, lo potrebbe fare la Turchia, paese musulmano e Nato.
È su questo che verte la riconciliazione Turchia-Israele, il cui coordinamento a livello operativo dovrebbe polverizzare il regime siriano simultaneamente, da Nord e Sud.
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– Netanyhau si è scusato con il primo ministro turco, Erdogan, per l’incidente di Gaza del 2010, in cui furono uccisi 9 turchi in missione umanitaria,
– incidente che aveva rovinato le relazioni tra i due paesi, lasciando Israele solo nella regione in preda profondi sconvolgimenti.
– La ripresa delle relazioni turco-israeliane ha implicazioni più ampie sulla sicurezza regionale;
o nei due anni scorsi”, con il suo protagonismo contro Israele e il sionismo, Erdogan ha lavorato per migliorare la propria immagine nelle “strade arabe”,
o e non ha perso tempo ad approfittare delle scuse israeliane per dichiarare che la Turchia sta raggiungendo una posizione in cui può far pesare le proprie posizione e prendere l’iniziativa (mediazione tra Israele e palestinesi). Ha annunciato la sua prossima visita ai territori, Gaza compresa.
– Erdogan può ora attendersi l’appoggio dei servizi israeliani, che gli darebbe vantaggi nei negoziati con i guerriglieri curdi del PKK.
o Il coordinamento turco-israeliano nel Kurdistan darebbe maggiore sicurezza alle forze turche, di fronte a una ripresa dell’insorgenza curda, e la possibilità di concentrarsi sul fronte siriano.
La riconciliazione servirà al futuro ruolo Nato in MO, bloccato dal conflitto turco-israeliano; nel Levant Basin sono state scoperte grandi risorse di energia.
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