PER IL DIBATTITO
Passare dal parlare di partito operaio a costituirlo è un salto molto difficile, quasi impossibile, ma le missioni impossibili si possono rilevare le uniche che realizzate producono grandi risultati. Alla
INNSE il partito operaio informale ha dimostrato cosa può fare una comunità operaia, unita, che sa dove andare. Perché non tentare in altre fabbriche la stessa pratica organizzativa? In poche parole è così difficile riconoscersi e costituirsi in ogni luogo di lavoro, fra operai, come sezione di un partito ancora informale che si va definendo? La risposta può venire solo dalle fabbriche. Nel momento
in cui ci renderemo conto reciprocamente che questo progetto può iniziare a camminare potremo cominciare con riunioni pubbliche nei diversi centri industriali e passare a nuovi livelli di agionamenti.
I preti laici delle piccole e piccolissime parrocchie politiche, che si richiamano ai lavoratori, esamineranno questa proposta con sufficienza, la bocceranno senza appello come settaria, o cercheranno di farla passare sotto silenzio. Ma hanno fallito su tutta la linea, quando parlano in pubblico addormentano la gente con le solite litanie sulle lotte mai organizzate, sulla generalizzazione delle iniziative che si risolve in un accordo privato fra due o tre individui, sulle chimere di un grande movimento che mai si muoverà, sui loro fumosi obiettivi. Ebbene se
gli operai più avanzati non riusciranno a fare i conti con questi personaggi sarà ben difficile andare verso il partito operaio, ma anche da questo lato la crisi ci sta dando una mano, lo scontro fra operai e padroni si fa sempre più serio e tante chiacchiere su una gestione politica di sinistra del capitalismo riformato hanno fatto il loro tempo……….
http://www.operaicontro.it/wp-content/uploads/2013/03/oc132.pdf
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