Le elezioni del presidente mettono in chiaro che il parlamento dei padroni è un porcaio.
Non riescono ad eleggere il loro presidente nonostante gli inciuci segreti e in rete
Le prime due votazioni per il nuovo presidente della Repubblica finiscono con altrettante fumate nere.
Nessuno ha raggiunto i 672 voti che rappresentano la maggioranza qualificata dei due terzi dell’assemblea.
La prima è stata una Waterloo per il Pd: Franco Marini, la figura indicata dai democratici.
La seconda è finita con un nulla di fatto perché tutti i partiti maggiori hanno votato scheda bianca.
L’unico avversario dell’ex presidente del Senato è stato alla fine Stefano Rodotà, il candidato proposto dal Movimento Cinque Stelle e poi sostenuto anche da Sinistra e Libertà.
Marini è un nome bruciato e anche dal centrodestra arrivano segnali contraddittori.
Verdini dice “aspettiamo le proposte del Pd”. Brunetta invece aggiunge che Marini ormai è il candidato che hanno scelto i berlusconiani e quindi quello rimane. Ad ogni modo Marini non sembra avere intenzione di ritirarsi dalla corsa.
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