RASSEGNA STAMPA
Violente le proteste per il disastro nel Bangladesh
SYED ZAIN AL-MAHMOOD e TOM WRIGHT
– Decine di migliaia di operai si sono scontrati con la polizia a Dacca (cap. del Bangladesh) per la morte di circa 300 dei 3500 lavoratori in una fabbrica di abbigliamento a 8 piani, Rana Plaza, crollata mercoledì.
– Il Bangladesh è il secondo maggior esportatore di abbigliamento dopo la Cina.
La rabbia dei lavoratori è scoppiata perché dopo l’evacuazione di martedì per una grossa crepa causata dal terremoto, mercoledì i dirigenti della fabbrica Rana Plaza avevano intimato ai lavoratori di tornare al lavoro pena decurtazioni salariali, nonostante ci fossero dubbi sulla sicurezza dell’edificio.
– Le associazioni dei lavoratori lamentano che i controlli sulla sicurezza non hanno rimediato alle carenze, oltre 7000 le vittime morte negli ultimi anni per incendi; decine le vittime per crolli, prima di quelle recenti.
– Human Right Watch: se in qualcuna delle fabbriche di Rana Plaza ci fosse stata un’organizzazione sindacale, i lavoratori avrebbero potuto rifiutarsi di entrare in fabbrica e salvarsi.
o Tra i grandi gruppi commerciali che acquistano dalle fabbriche tessili del Bangladesh sono a il canadese Loblaw Cos., l’americano Wal-Mart; gli europei Adidas AG, Esprit Holdings Ltd. e Hugo Boss AG.
o Diversi dei padroni sono anche politici locali o membri del parlamento; nessuno di loro è stato perseguito per la morte di un lavoratore.
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