Redazione di Operai Contro,
Sono un operaio del Comitato di lotta cassintegrati e licenziati FIAT Pomigliano. Mi chiamo Marco Cusano e sono uno del reparto confino di Nola dove sono stato trasferito per le mie battaglie alla FIAT.
Avevo deciso di partecipare all’assemblea del 1° maggio dello SLAI COBAS a Pomigliano, per poter dialogare con i compagni operai che vi potevano partecipare. Avevo anche preparato un intervento che avevo messo nero su bianco.
Poi, leggendo il comunicato dello SLAI COBAS per la convocazione dell’assemblea, ho visto che nell’elenco di coloro che sarebbero intervenuti c’era anche Marco Rizzo che, all’epoca, con Rifondazione Comunista di cui era coordinatore nazionale, votò il pacchetto Treu e le missioni militari decise dal governo a cui partecipava.
Ho anche visto che l’assemblea dello SLAI COBAS, era sostenuta dalle associazioni dei commercianti di Pomigliano.
E allora mi sono chiesto: Cosa c’entrano con me queste persone? Cosa c’entrano con gli operai a cassa integrazione che guadagnano 800 euro al mese? Cosa c’entrano con gli operai che lavorano a ritmi massacranti sulla Panda e con cui ho parlato ieri (30/04) ai picchetti in concomitanza dello sciopero di due ore proclamato dal Comitato cassintegrati e licenziati FIAT Pomigliano?
Marco Rizzo ha votato leggi antioperaie e antipopolari quando è stato in parlamento e per questo prenderà un bella pensione.
I commercianti se ne sono sempre strafregati di noi. Sono stati sempre contro gli operai mentre evadevano le tasse e facevano la bella vita. Ora, con la crisi, brucia anche a loro. Ma questo li porterà al nostro fianco nella lotta? E’ un’illusione. Appena si creeranno le condizioni, si alleeranno con i padroni ancora una volta contro di noi.
A questo punto ho deciso, insieme ai miei compagni del Comitato, che era inutile andare a quell’assemblea.
Ma abbiamo anche deciso di rendere pubblica questa mia riflessione e l’intervento che avrei fatto e che allego a questa lettera.
INTERVENTO (NON LETTO) PER L’ASSEMBLEA SLAI DI POMIGLIANO IL 1° MAGGIO
Mi rivolgo direttamente ai compagni di fabbrica presenti: i 316 di Nola, i cassintegrati FIAT, i compagni dell’ex ERGOM, ma anche ai compagni che lavorano sulle linee della Panda.
Quello che voglio dire è che Marchionne ha fatto un patto con i sindacalisti di UILM FIM UGL FISMIC. Questo patto è sfociato nell’accordo per il ritorno dalla FIP alla vecchia società FIAT GROUP AUTOMOBILES.
In quell’accordo hanno stabilito il modo di dividerci e farci fuori.
A Pomigliano c’è lavoro solo per poco più di duemila operai. E l’azienda non ha nessuna intenzione di reintegrarne altri. Lo dimostra il fatto che quando ha avuto picchi di produzione come adesso, ha fatto fare gli straordinari, ma non ha fatto entrare neanche un operaio in più.
Tra i cassintegrati, noi di Nola, gli ex Ergom, siamo quasi duemilacinquecento. Siamo in molti.
Il problema della FIAT è questo: Come farci fuori senza scatenare la rivolta.
Allora ha cominciato a dividerci. Con l’accordo con i suoi sindacati proroga la cassa integrazione ai millequattrocento circa di Pomigliano. Ma con lo stesso accordo esclude i 316 di Nola e gli ex Ergom, anche se non lo ha dichiarato apertamente.
Come ci farà fuori?
A noi di Nola cercherà di terziarizzarci e ci farà liquidare da qualche padroncino amico. Fino ad allora forse, ci farà avere un altro pò di cassa integrazione.
Per gli ex Ergom sta cercando una strada simile.
Comunque sia non ci vuole più nel gruppo.
Successivamente, dopo aver fatto fuori noi, penserà agli altri cassintegrati, che dopo la nostra espulsione saranno molto più deboli.
L’unica strada che abbiamo per salvarci è fare un unico fronte tra: i 316 di Nola, gli ex Ergom, i cassintegrati e gli operai che lavorano sulla Panda. Perché anche quelli che ora lavorano come schiavi hanno interesse al nostro rientro. Se vinciamo noi si rafforzano anche loro. La FIAT sarà più debole. Non le sarà più possibile ricattarli con il terrore come fa adesso.
Per organizzarci io propongo pochi punti all’assemblea su cui riflettere e discutere;
1) Tutti dobbiamo essere reintegrati nello stabilimento di Pomigliano.
2) Se la cassa integrazione dobbiamo proprio farla, l’accordo sulla cassa integrazione deve essere esteso, ma scritto nero su bianco, anche a noi di Nola. E deve essere applicato anche agli ex Ergom.
3) La cassa integrazione deve essere a rotazione con gli stessi tempi di lavoro per tutti e senza discriminazioni.
4) Non possiamo vivere con ottocento euro al mese. I soldi che si perdono con la cassa devono essere pagati dall’azienda. Come? Li prendano dai dividendi degli azionisti e dagli stipendi milionari dei loro manager.
5) Le forme di lotta sono tutte buone, ma per essere incisive devono concentrarsi sullo stabilimento. Ieri abbiamo creato un bel po’ di fastidio alla FIAT con il presidio che abbiamo fatto all’ingresso principale e con la proclamazione di due ore di sciopero dopo quattro anni in cui nessuna sigla sindacale lo aveva proclamato. Se la prossima volta saremo uniti nella lotta, bloccheremo completamente lo stabilimento, e allora, Marchionne, dovrà ripensarci su quello che ha deciso con i suoi servi di UIM FIM FISMC UGL e noi avremo una possibilità di conservare il posto di lavoro.
ennesima riprova che è necessaria l’autorganizzazione. riguardo a certi loschi figuri presenti, non varebbe neanche la pena fargli pubblicità. lo slaicobas invece prosegue coerentemente il suo cammino di un passo in avanti e tre indietro. mò pure coi commercianti di pomigliano!!! alla prossima? il vescovo??!
ps: rizzo ha pure chiuso il suo sito, se provate a digitare http://www.marcorizzo.eu vi dà inesistente. manco più internet se lo fila.
saluti operai