carissimi operai contro,
Ieri sera mi hanno portato un volantino che avete distribuito in fabbrica, un volantino sul quale vengo citato, dove mi si accusa di fare “conferenze sul lavoro degli altri”.
Bene! mi fa piacere che la mia opera venga riconosciuta, anche se in questo caso in modo negativo, però vorrei avere almeno la possibilità di fare una precisazione, che è la seguente:<< il sottoscritto dal mese di dicembre 2012 dopo appena 8 mesi di lavoro continuo ha richiesto di andare in cassa integrazione per lasciare spazio ad altri, nel mese di aprile sono stato accontentato e dunque messo in cassa integrazione.>>
Nel fra tempo ho sempre continuato a sostenere che l’accordo del 15 giugno 2010 con relativo referendum del 22 giugno , dove il 63% degli aventi diritto disse “SI” all’accordo, recitava al punto 4 che entro luglio 2013 la rimanete parte eccedente della mano d’opera doveva essere inserita all’interno di fabbrica Italia Pomigliano.
Tale accordo ebbe conferma nell’esame congiunto presso il ministero del lavoro il 7 luglio 2011, dove firmammo la richiesta di cassa integrazione per cessata attività del g.b.vico fiat di Pomigliano.
Nel dicembre 2011 il sottoscritto veniva destituito dalla carica di RSU, e a partire dal 1° gennaio 2012 venivo esautorato da ogni competenza e carica sindacale, in modo specifico dal ruolo di componente del direttivo regionale e provinciale della Fim-Cisl…
Ovviamente i motivi mi riservo di chiarirli in altre sede ed al momento opportuno, ma, sappiate che la vita non è mai per come si vede….. questo vale per tutti noi.
Sono ormai 6 anni che insieme ad altri colleghi abbiamo costituito un associazione denominata “Classe Operaia”, associazione che ha una sede fisica e che ogni anno organizza convegni e dibattiti sul lavoro e consentitemi con un pizzico d’orgoglio di dire che siamo arrivati alla nostra 5 edizione della festa operaia.
Purtroppo il 1° febbraio la Fiat ed i sindacati di FIM, UILM, FISMIC e UGL per cause inerenti il flusso di mercato hanno firmato un accordo che ha stracciato nei fatti il referendum del giugno 2010, cioè, si è passati da Fabbrica Italia Pomigliano alla rediviva Fiat G.B.Vico di Pomigliano.
Con questo accordo si sono salvaguardati 1390 dipendenti da una procedura di mobilità.
Purtroppo noi operai dipendiamo in questa economia finanziaria, dal mercato… pertanto se è vero che siamo passati da 125mila auto prodotte del 2012 alle 190mila (presunte)che produrranno i colleghi (ex FIP) dell’anno in corso sempre con la stessa forza lavoro e altrettanto vero che questo numero di auto non consente l’istallazione di un terzo turno strutturale, il quale è l’unica strada per far rientrare tutti al lavoro.
Dal mese di febbraio 2013 i miei articoli e post parlano di primati di vendita della Panda, parlano di eccellenza del sito produttivo di Pomigliano e dicono anche che bisogna intavolare una discussione con i governi nazionale e regionale per trovare una soluzione compatibile e soprattutto percorribile fra la giustissima richiesta di NOI cassa integrati di ritorno al lavoro permanente e l’efficienza produttiva ed economica dell’azienda.
In questo quadro ho incominciato a tessere una tela fra le anime istituzionali del nostro paese, insieme ad altri colleghi operai ho incontrato prima in sede dell’associazione e poi in sedi istituzionali vari consiglierei regionali e parlamentari.
Purtroppo tutti noi sappiamo che il governo è nato da poco e che ha una maggioranza variabile e fragile.
Il 25 aprile 2013 abbiamo affittato la sala conferenze della libreria Feltrinelli di Pomigliano ed abbiamo pagato (scontrino alla mano) 50 euro (abbiamo fatto come sempre una colletta fra noi) per 2 ore di discussione fra operai, ho spiegato documenti alla mano che cosa diceva l’accordo di febbraio sulla rotazione e cosa a mio avviso dovevamo fare per spingere i soggetti interessati (istituzioni e sindacati) a creare un tavolo di discussione per avere un piano lavoro di rientro di tutti.
Il 25 maggio, a distanza di un mese dal primo incontro, abbiamo di nuovo affittato la sala della Feltrinelli, pagando sempre le 50 euro, a tale incontro dove erano presenti circa 100 operai, mi sono presentato con un interrogazione regionale a firma del consigliere Antonio Marciano (PD), nella quale abbiamo chiesto al presidente della giunta regionale, On. Stefano Caldoro, cosa intenda fare affinché lo stabilimento di Pomigliano esca il prima possibile dalla procedura di CIGS, la quale costerà altri 14 milioni di euro alle casse regionali, ebbene con questa interrogazione istituzionale abbiamo rimesso la palla al centro, abbiamo riportato in sede di consiglio regionale il problema dei cassa integrati della fiat… sembra poco?… non credo, in quanto a mio avviso, la cassa integrazione è solo un palliativo e non la risoluzione del problema… ora la giunta regionale qualcosa dovrà dire e sul quel qualcosa si incomincerà a discutere di cosa fare.
Inoltre all’incontro del 25 maggio era presente l’On. Massimiliano Manfredi, componente della commissione ambiente della camere dei deputati, commissione che ha una particolare importanza per noi operai di Pomigliano, in quanto in quella sede istituzionale si potrà discutere del progetto “GREEN ECONOMY ITALY”, progetto che prevede attraverso fondi Europei, progetto “EUROPA2020” di aiutare la trasformazione del parco auto Italiano (35milioni di autoveicoli) da combustibile fossile inquinante a combustibili alternativi a basso impatto ambientale, cioè, favorire la costruzione e la vendita di auto a: GPL, METANO ed Elettrico.
Insomma, io ed altri colleghi crediamo che pur non avendo ruoli e compiti sindacali la fabbrica vada difesa e sostenuta nei modi e nelle forme utili a tutti.
Tengo ad informare che prossimamente per accelerare la discussione su fondi di sostegno alla costruzione ed al mercato incontreremo anche l’euro deputato del PD On. Andrea Cozzolino, il quale stando nel consiglio Europeo potrà sicuramente verificare l’attuale situazione giuridica e politica di ciò che stiamo affermando da un po’ di tempo a questa parte.
In merito agli accordi fatti ed alle valutazioni che ognuno di noi può fare, lascio libera interpretazione, in quanto il sottoscritto ed i suoi colleghi non essendo DELEGATI non sono parte di nulla in queste trattative.
Tengo a precisare, che da tempo ho scritto e dichiarato in ogni luogo e spazio giornalistico concesso che sarebbe utile per tutti noi che il sindacato firmatario degli accordi facesse assemblea di chiarimento su ogni singola scelta fatta e da fare… purtroppo ad oggi devo ammettere che i miei appelli alle assemblee sono ancora disattesi.
Ora tenendo presente ciò che sopra ho scritto e che stiamo ancora per fare sarei felice di capire come mai queste opere, seppur minime, sono oggetto di rivalsa verso la mia persona.
Sperando che la vostre azioni future siano realmente utili per il bene della Classe Operaia e che la dialettica abbia sempre il sopravento su ogni altra azione, colgo l’occasione per salutarvi e ringraziarvi per lo spazio che mi concederete.
lì 31 maggio 2013
GIANNONE GERARDO
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