SALICE SALENTINO (LECCE) – Ruba generi alimentari per necessità, il giudice «l’assolve». La sentenza, emessa l’altro ieri dal giudice monocratico Stefano Sernia della sezione distaccata di Campi Salentina del Tribunale di Lecce, riguarda una donna indigente di salice Salentino, da tempo separata dal marito, che vive da sola in un appartamento del centro storico. Nel dicembre pieno periodo pre-natalizio, la povera signora si recò nel supermercato «Penny market» di via Vescovo Faggiano dove s’impossessò di una confezione di petti di pollo, un ketchup e un «Kinder Pingui» (valore complessivo: 11 euro). Il furto fu scoperto da una commessa la quale, senza pensarci due volte, denunciò il fatto ai carabinieri.
L’episodio, a seguito del quale la società proprietaria del «Penny market» non presentò querela, finì all’attenzione della Procura della Repubblica. Durante il processo la donna, tramite il suo avvocato Donato De Mitri, ha potuto dimostrare il suo assoluto stato di indigenza, documentato anche da relazioni del Servizio sociale comunale.
«La sentenza – spiega De Mitri – solo in apparenza sembra collocarsi nel filone di decisioni assunte in Italia da alcuni giudici che hanno tenuto in seria considerazione lo stato di bisogno che a volte induce le persone a rubare per sopravvivere. La sentenza del giudice Sernia, invece, si caratterizza per la linearità dal punto di vista giuridico. Mentre altre decisioni hanno applicato l’articolo 54 del codice penale, con risultati dubbi dal punto di vista strettamente giuridico, il magistrato di Campi ha riqualificato l’episodio. Il furto, infatti, è stato commesso su cose di tenue valore per provvedere all’urgente bisogno di mangiare. Ritenuto non sussistere il furto aggravato, il giudice ha dichiarato di non doversi procedere per difetto di querela» .
Insomma, declassato il fatto a furto semplice (perseguibile solo a seguito di querela della persona offesa), «l’azione penale non poteva essere esercitata» . [Rosario Faggiano]
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