C’era una volta un bel paese abitato da persone simili alle pecore, senza offesa per gli animali, prontissimi a lamentarsi ma mai pronti a ribellarsi. In questo bel paese c’ è tutt’ora ma non si sa ancora per quando, un’azienda automobilistica, la Fiat. Questa ha diverse sedi sul territorio di questo bel paese e ne ha anche tante altre sparse per il mondo. Il comune denominatore tra questi stabilimenti è che ogni operaio ha dei braccialetti alla quale sono tenuti l’uno all’altro da una bella “catena” e poi il famosissimo motto di guerra. “Noi siamo quello che facciamo” che i lavoratori ripetono di continuo nella loro mente per produrre sempre di più e soprattutto senza dire “Ah!” ad ogni frustata ricevuta.
Lo stabilimento più importante del gruppo, per tornare nel bel paese,al momento si trova a Pomigliano d’Arco dove si produce grazie ai sindacati firmatari, la Nuova Panda, automobile che ha fatto della dittatura Fiat una macchia d’olio che poi si è estesa in tutto il paese. Questa fabbrica è diversa dalle altre, è la migliore d’Europa, è da medaglia d’oro, è al top per sicurezza, infatti, esposto all’ingresso di ogni entrata, c’ è un tabellone che con fierezza ed orgoglio continua a dire “ZERO” infortuni.
Eppure quando ti incammini per raggiungere la postazione di lavoro incontri Tizio che a causa di un incidente in fabbrica, ha i ferri nelle gambe; incontri Caio che sempre in fabbrica stava per fare una brutta fine ma che per sua fortuna se l’e’ cavata con bruciature sulle braccia; incontri Sempronio che, sembrerà strano ma sempre in fabbrica, stava per perdere un occhio anche se fortunato perchè male che andava ne aveva sempre un altro; incontri…..ops!!!!!!! Nn incontri più ENZO, lavoratore che ha, purtroppo, perso la vita e ancora non si conosce bene come, o forse si conosce ma non si parla, o meglio ancora, non sapremo mai la verità. Terribile tragedia alla quale va tutto il mio cordoglio alla famiglia.
Eppure il tabellone dice sempre “ZERO”.
Il giorno della disgrazia l’azienda non ha dato nessun segnale, aspettarsi che avrebbe mandato i lavoratori a casa in segno di lutto sarebbe stato pretendere troppo, vero? Allora scendono in campo i sindacati firmatari che proprio perchè non ne possono fare a meno, dichiarano due ore di sciopero passando nei reparti in fretta e furia e non rilasciando nessuna spiegazione ai lavoratori. Quest’ultimi, per concludere in tristezza, non partecipano in massa allo sciopero di solidarietà e cordoglio. Pensavo che almeno questa volta ci si potesse svegliare dal sonno e invece si continua a dormire. Il giorno dopo nemmeno le due ore di sciopero, tutto normale, non e’ successo nulla. Lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco è sempre il migliore d’Europa; è sempre da medaglia d’oro; è sempre al top della sicurezza, si parla dell’eventuale premio, si parla delle ormai vicine vacanze, insomma tutto normale è, tutto normale tanto per fortuna non è capitato a noi quindi tutto normale.
A testimonianza di ciò, infatti, c’ è ancora quel bel “ZERO”, che illumina, sempre lì e sempre fiero forse non solo per ricordare gli infortuni, ma anche per ricordare ai lavoratori che pensano il contrario, che siamo considerati meno di “ZERO”.
La nostra fabbrica è proprio differente.
Ciao ENZO, ovunque tu sia, dai la forza ai tuoi cari. RIP
Operaio Fiat Pomigliano D’Arco costretto per ovvi motivi, a restare anonimo.
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