rassegna stampa
Egitto – I miliardari appoggiano i golpisti
– Diversi magnati egiziani, fuggiti all’estero alla caduta di Mubarak con il quale si erano arricchiti tramite nepotismo e corruzione, sostengono ora i militari golpisti egiziani, che dovrebbero mantenere la “pace” nel paese e consentire loro di non perdere privilegi e ricchezza.
– Ad es., il clan di Nagib Sawiris (cristiano) ha un forte peso per l’economia egiziana, controlla il gruppo Orascom, ed ha 100000 addetti. Sawiris ha promesso che la sua famiglia tornerà a investire in Egitto.
– Per pompare denaro nelle casse statali, il governo Morsi aveva gravato di un’imposta speciale un settore del gruppo Sawiris, che aveva risentito anche per le perdite nel settore turismo.
– Negli scorsi mesi il clan ha investito pesantemente in campagne contro Morsi; è stato finanziato per gran parte dai Sawiris, ad es., il movimento Tamarrod, che ha organizzato manifestazioni di massa che hanno portato alla caduta del governo.
– Arabia Saudita, Kuwait e Emirati Arabi Uniti (EAU), che avevano sospeso i loro aiuti durante il governo Morsi, subito dopo il golpe hanno promesso all’Egitto €9MD per sanare il deficit statale.
– Solo il Qatar aveva sostenuto Morsi, €MD di finanziamenti nel solo 2012.
– Gli EAU hanno già inviato greggio e gasolio per €150 mn.; i Fratelli Musulmani (FM) hanno subito dichiarato che la scarsità di benzina fosse artificialmente prodotta dagli avversari di Morsi per danneggiarlo.
– La fine della mancanza di combustibile ha portato il primo miglioramento nelle condizioni di vita degli egiziani, e ogni miglioramento sarà una nuova sconfitta per i FM.
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La delusione dei rivoluzionari dell’Egitto/La vecchia élite di Mubarak si allea con i salafiti
– Tempi accelerati per la nuova coalizione del governo egiziano del presidente Mansour dove tornano gli uomini del regime Mubarak, ci sono leader del partito salafita al-Nur,il papa copto, giovani rivoluzionari, gli eruditi della Moschea al-Azhar, il Fronte di Salvezza Nazionale – l’alleanza di partiti liberali più importanti; una coalizione legata solo dalla volontà di deporre Morsi.
– Già Mubarak aveva fatto concessioni ai salafiti, allora movimento sociale, apolitico, sperando così di dividere e indebolire il campo islamista.
– Quando Mansour ha reso pubblico il decreto costituzionale e il programma, diversi partner della coalizione si sono arrabbiati, perché non erano stati consultati.
– Il decreto costituzionale garantisce ai militari un ruolo di stato nello stato, fa una importante concessione ai salafiti, mettendo la sharia a principale fondamento delle leggi egiziane, punto presente nella Costituzione Morsi e fortemente criticato dai liberali.
– Un altro punto da essi criticato è sancito ora per decreto, è riconosciuta la libertà di fede per islamici, cristiani, ed ebrei, è discriminata la religione della minoranza Bahai.
– Fa del presidente ad interim un sovrano assoluto, con potere esecutivo, legislativo e giudiziario, non soggetto ad alcun controllo, tranne a quello del capo dei militari, Abd al-Fattah al-Sisi, che l’ha installato.
Da un’intervista ad un giovane informatico, deluso: dopo che i giovani rivoluzionari hanno prima cacciato Mubarak e ora Morsi teme che ancora una volta altri sfruttino a proprio vantaggio le proteste di massa.
pensa che Al-Sisi sia la voce dei giovani nelle forze armate, e che pensi al bene degli egiziani; quello che lo preoccupa sono i funzionari del regime Mubarak, ancora oggi in carica; ad es. i tecnocrati come il presidente Mansour e il primo ministro al-Beblawi, che avevano importanti cariche con Mubarak;
la nuova costituzione è stata preparata da 10 giudici e professori di diritto che hanno fatto carriera con Mubarak.
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