Al presidio degli operai OM Carrelli elevatori di Modugno (Ba) sono arrivati prima, di notte e di nascosto, gli sgherri della multinazionale Kion per rubare alcuni pezzi dei carrelli che, insieme con i macchinari smontati, gli operai non vogliono far uscire, poi, di giorno e insieme con la vicepresidente della giunta regionale, Angela Barbanente, l’arcivescovo di Bari Francesco Cacucci a dire le preghiere.
Alle 4 e 30 di notte la Kion ha inscenato un vero e proprio blitz, aggirando il presidio permanente degli operai. Alcuni mercenari prezzolati hanno forzato e rotto i lucchetti dell’entrata posteriore delle officine e hanno portato via un camion parcheggiato all’interno con un carico di sedili e altri pezzi di ricambio dei 240 carrelli assemblati e immagazzinati all’interno dei capannoni.
In pochi minuti è scattato l’allarme tra gli operai, ma oltre al camion con i pezzi di ricambi non è stato portato via altro. “I ladri sono stati accompagnati da qualcuno dell’azienda e dai vigilantes – hanno protestato gli operai – . Dall’azienda ci hanno detto che erano autorizzati dalle forze di polizia, ma la questura ha smentito tutto”.
Per la Kion i carrelli e i macchinari sono merce propria del valore di alcune decine di milioni di euro. Per gli operai sono l’unico strumento rimasto per costringere la proprietà a trattare la riconversione dello stabilimento.
Il giorno dopo il furto con scasso, per manifestare la “solidarietà” agli operai in lotta, hanno raggiunto il presidio l’arcivescovo di Bari Francesco Cacucci e la vicepresidente della giunta regionale Angela Barbanente, seguendo l’iter di vari personaggi che ultimamente vanno a trovare gli operai come si va al capezzale di chi sta per esalare l’ultimo respiro.
Cacucci, che ad aprile aveva recitato la messa fuori dai cancelli della Bridgestone e già due anni fa aveva incontrato gli operai OM, ha detto: “Vi sono vicino e mi dispiace molto, vi aiuterò con la preghiera». Cacucci si è trattenuto un’oretta davanti alla fabbrica e ha chiesto agli operai notizie, poi ha recitato una preghiera. Finita la messinscena è andato via. Visto che si è mostrato tanto “solidale”, perché non ha portato una sia pur piccolissima parte delle immani ricchezze della chiesa per finanziare la cassa del presidio e aiutare gli operai e i loro familiari a non fare la fame?
Dall’esperienza del presidio gli operai imparano che, di fronte all’aggressione della multinazionale Kion, intenzionata a buttarli in mezzo alla strada e andarsene indisturbata, sono irrimediabilmente soli. Soli nell’organizzarsi, soli nel contrastare il padrone, soli nell’evitare le trappole dei sindacati. Ma è in questa “solitudine” che si rafforzano l’unità e la determinazione degli operai.
SALUTI OPERAI DALLA PUGLIA
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