Per il dibattito
Redazione di Operai contro,
Beppe Grillo in un comizio a Paderno Dugnano (MI) fa sapere “Noi dobbiamo tornare ad elezioni, mandare a casa tutta questa gente e rifare questo Paese con un Governo a 5 Stelle”. Aggiungendo poi: “non si può più ragionare con questa gente. È il passato, è finita”. Come dargli torto!
Quanto il movimento 5 stelle sia invece il nuovo, il futuro non è dato saperlo, almeno per il momento, proprio perché non ancora al governo. Non ne ha i numeri ma ambisce ad averli.
Nel mondo delle idee ci sarebbe da augurarsi che davvero ottenesse con le prossime elezioni il 51%: avanti, mettiamoli alla prova i pentastellati. Oddio, qualche esempio cominciamo ad averlo con Parma e la Sicilia, e non sono esempi edificanti. Ma rimangono esempi troppo limitati, facile per loro addurre che si trovano con le mani legate. Prima di loro la Lega ha giocato la stessa scusa per le amministrazioni locali del Nord, fino a che ha potuto.
Nel mondo concreto e reale, invece, i vari partiti si sono divisi gli elettori e materialmente se li divideranno nelle prossime elezioni. Le classi sociali secondo i propri interessi materiali trovano nei partiti la loro rappresentanza politica. Di più, i partiti stessi, o “movimenti” che si voglia, si formano e costituisco proprio sulla base di quegli stessi interessi sociali.
La crisi, certo, sconquassa i vecchi rapporti tra le classi e con ciò anche le loro rappresentanze nei partiti. Gli spostamenti dell’elettorato avvengono e possono anche essere consistenti. Ma è un sogno di ogni frazione della borghesia quella di avere soluzioni per tutte le altre, ambiscono al partito unico più di quello che ideologicamente aborrono.
Non abbiamo la sfera di cristallo per vedere come i tre partiti borghesi (PD, PD-L, M5S) si divideranno anche alle prossime elezioni le poltrone del parlamento, quanto uno si affermerà a scapito degli altri. Ma una cosa è certa: gli operai e i loro interessi sociali non hanno rappresentanza politica in nessuno dei tre partiti e se si va a nuove elezioni non resterà loro che stare nuovamente a guardare come padroni e padroncini falliti, impiegatucci senza stato, professionisti mancati , professorini senza cattedra, ricercatori senza fondi starnazzeranno sulla crisi e sul come uscirne.
Non è forse giunto il momento che anche il Partito Operaio faccia campagna elettorale? Sarebbe un enorme megafono per cantarle a tutti sulle reali condizioni degli operai in questa società, su come avviene la produzione della ricchezza che poi tutti blaterano sul come spartirla, sulla reale natura della crisi economica da cui scaturisce il vero modo per uscirne.
Roberto
Roberto, il movimento 5 stelle non lo dobbiamo mettere alla prova. Si integra perfettamente nel sistema capitalista. Il Grillo parlante ha dato voce al qualunquismo arrabbiato da bar e alla piccola borghesia rovinata dalla crisi del sistema capitalista. Roberto, la crisi attuale non è dovuta al fatto che dei politicanti da strapazzo son incompetenti e ladri ma è insita nel sistema capitalista, che si basa sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo,in breve sulla schiavitù del lavoro salariato. Nessun politicante, compresa la cosi detta sinistra radicale e il GRILLO parlante, ha mai parlato del superamento del sistema capitalista. Il PARTITO OPERAIO è UN OBIETTIVO IMPRESCINDIBILE DEGLI OPERAI. LA DOMANDA CHE MI FACCIO E FACCIO AGLI OPERAI E’: SIAMO PRONTI? PERSONALMENTE NON AVREI NESSUNA REMORA AD ACCETTARE UN DISCORSO ELETTORALISTICO; LE EVENTUALI CRITICHE DI QUALCHE ESTREMISTA NON MI FANNO PAURA. IL PROGRAMMA DEL PARTITO OPERAIO DEVE ESSERE: ABBATTERE IL SISTEMA CAPITALISTA PER LIBERARCI DALLA SCHIAVITU’ DEL LAVORO SALARIATO. I 5 STELLE HANNO MESSO SUL PALAZZO DEL GOVERNO LO STRISCIONE “LA COSTITUZIONE E’ DI TUTTI”. NOI METTEREMO UNA BELLA BANDIERA ROSSA. CI DEVE ESSERE CHIARO CHE ABBIAMO TUTTI CONTRO E CHE NON SARA’ UN PRANZO DI GALA.
Alanza53,
così come non nutro dubbi sull’origine della crisi, sono ben certo del ruolo del M5S e di quali classi esso rappresenti. Ma tutte le nostre certezze (e chiacchiere conseguenti, che ben giusto è continuare a fare) sono ben poca cosa rispetto alla “realtà rivoluzionaria”. Fa più pulizia nella testa della gente la vicenda dell’inceneritore di Parma che 100 libri sul M5S.
Approfitto tuttavia del tuo commento per aggiungere qualcosa al mio articolo/invito alla campagna per il Partito Operaio.
“Nel mondo delle idee ci sarebbe da augurarsi “, scrivo infatti. Consapevole che più che gli auspici (di Grillo invero), il successo o meno di quel partito di “piccola borghesia rovinata dalla crisi” (alanza53) sarà dato dalla capacità di egemonizzare la società e condurre sotto le proprie bandiere le altre frazioni della borghesia.
Nella odierna Grande Crisi, nella sua attuale fase di sviluppo, nonostante lo strepitare di Grillo, e le apparenti verità che denunciano, con un fare in qualche modo rivoluzionario che va loro riconosciuto, questi soggetti di estrazione e interesse borghesi non si riescono ad affermare, almeno per il momento. Nessuna delle frazioni della borghesia è oggi dominante sulle altre. La crisi le ha messe una contro le altre, la loro convivenza è scossa e con ciò è scosso il loro stesso ruolo complessivo di classe dominante. Non potrebbe essere altrimenti visto che la Grande Crisi mette in discussione storicamente il loro sistema di produzione.
Che i tre partiti della borghesia italiana si scannino tra loro (la guerra per bande o dei gangster che il telematico si augura continui) e nessuno riesca a prevalere non deve che far piacere ai sostenitori del Partito Operaio, se non altro perché concede tempo agli operai per organizzarsi a tal scopo.
Che questo tempo tuttavia “sfugga” e non sia eterno credo debba essere preoccupazione comune degli operai che agiscono come classe indipendente. Da quanto scrivi, Alanza53, mi sembra sia anche una tua preoccupazione. Da qui il mio invito ad una campagna per il Partito Operaio da portare velocemente in tutte le fabbriche. Non mi nascondo ovviamente il problema del “come” si possa conseguentemente fare ciò. Ma di questo discutiamone.
Roberto, la costruzione del PARTITO OPERAIO E’ UN OBIETTIVO IMPRESCINDIBILE DEGLI OPERAI. Tu scrivi che il tempo “sfugge” e hai ragione. Il tempo è malandrino e galantuomo. Ho speso 45 anni della mia vita lottando contro i padroni. Adesso ho 60 anni, non godo di buona salute e, egoisticamente, vorrei vedere realizzato l’obiettivo di questo mio impegno nella lotta per l’organizzazione indipendente degli operai….o almeno vederne l’inizio. (IN QUESTO CASO PER ME IL TEMPO E’ MALANDRINO) Non è facile, ANNI DI SOTTOMISSIONE, DELEGHE FIRMATE IN BIANCO A SINDACALISTI VENDUTI (BASTA RICORDARE AL RIGUARDO LA FAMOSA SVOLTA DELL’ EUR PORTATA AVANTI DA LAMA NEL 1978 E LA LOTTA DEGLI OPERAI FIAT DEGLI ANNI 8O), DI ACCORDI A PERDERE (SI POTREBBERO RIEMPIRE INTERE ENCICLOPEDIE). I PARTITI OPERAI NON SONO MAI ESISTITI. I TRADIMENTI NON GIUSTIFICANO LA MANCANZA DI REAZIONE DEGLI OPERAI. FACCIO UN ESEMPIO BANALE: SE QUALCUNO PER STRADA CI RUBA IL PORTAFOGLI TUTTI REAGIAMO, NON FACCIAMO LE VITTIME E CHIEDIAMO LA RESTITUZIONE DEL PORTAFOGLI CON LE BUONE O LE CATTIVE MANIERE. I PADRONI NON CI STANNO SOLO RUBANDO IL PORTAFOGLI, CI STANNO ROVINANDO IL PRESENTE E CI STANNO RUBANDO IL FUTURO, CI LICENZIANO, CI DANNO SALARI DA FAME, I GIOVANI SONO PRECARI E DISOCCUPATI. QUESTA E’ LA REALTA’ E PER CONTRASTARLA DOBBIAMO PRENDERE IN MANO IL NOSTRO DESTINO. I SINDACATI PER AFFRONTARE I LICENZIAMENTI CHIEDONO AI PADRONI DI SEDERSI AI TAVOLI COINVOLGENDO ANCHE LE ISTITUZIONI; AL MASSIMO OTTENGONO UN PO’ DI CASSA INTEGRAZIONE. IN QUESTO MODO DISPERDONO GLI OPERAI E COSI OGNUNO VIVE LA PROPRIA MISERIA INDIVIDUALMENTE. HO ASSISTITO A DELLE LOTTE DOVE GLI OPERAI AVEVANO PAURA DI OCCUPARE LA FABBRICA PER TIMORE DI DENUNCE, PICCHETTI DOVE LA MERCE ENTRAVA E USCIVA A VOLONTA’. ROBERTO, COSA VOGLIO DIRE CON QUESTI ESEMPI? PER COSTRUIRE IL PARTITO OPERAIO, GLI OPERAI DEVONO ORGANIZZARE LE LOTTE IN MODO INDIPENDENTE, DEVONO MANDARE A FARE IN CULO I BUROCRATI SINDACALI E ESSERE CONSAPEVOLI CHE QUESTE LOTTE DI RESISTENZA SONO LOTTE ECONOMICHE E CHE SERVONO A FORGIARE LE NUOVE AVANGUARDIE OPERAIE. DOBBIAMO ACQUISIRE LA MENTALITA’ CHE I NOSTRI INTERESSI SONO INCONCILIABILI CON QUELLI DEI PADRONI. SENZA QUESTE ROTTURE DA PARTE DEGLI OPERAI NON VEDO LA POSSIBILITA’ CHE NASCA IL NOSTRO PARTITO; CHE NON DEVE ESSERE IL PARTITO CHE PARLA AGLI OPERAI MA IL PARTITO DEGLI OPERAI CHE SI METTONO SUL TERRENO DELLA LOTTA DI CLASSE PER ABBATTERE IL SISTEMA CAPITALISTA DEI PADRONI PER ABOLIRE LA SCHIAVITU’ DEL LAVORO SALARIATO. “OPERAI CONTRO” STA SVOLGENDO DIGNITOSAMENTE IL COMPITO CHE COMPETE A UN GIORNALE COMUNISTA. LE REALTA’ DI LOTTA A LIVELLO TERRITORIALE SI LAMENTANO DEI SINDACATI MA NON HANNO LA CAPACITA’ DI SPEZZARE IL CORDONE OMBELICALE CHE LE LEGA A LORO. NON FACCIAMO DI “OPERAI CONTRO” IL LUOGO DOVE RIVERSARE LE NOSTRE LAMENTELE, FACCIAMOLO DIVENTARE IL GIORNALE DEGLI OPERAI, SI’, DEGLI OPERAI….. CHE SI VOGLIONO ORGANIZZARE. PER “OPERAI CONTRO”, ABITUATO AD ANALIZZARE LE CRISI CICLICHE DEL SISTEMA CAPITALISTA DA ANNI, l’ATTUALE CRISI STORICA NON E’ STATA UN FULMINE A CIEL SERENO MA, COME LE PRECEDENTI, INSITA NEL SISTEMA CAPITALISTA STESSO (IN QUESTO CASO IL TEMPO E’ GALANTUOMO). CRISI CHE POSSONO AVERE COME SBOCCO LA GUERRA COME GIA’ SUCCESSO NEL PASSATO. FERMIAMO LA BARBARIE DEI PADRONI, QUESTO SOLO GLI OPERAI LO POSSONO FARE. ROBERTO, E’ LA PRIMA VOLTA CHE FACCIO BOTTA E RISPOSTA MA L’ARGOMENTO DELLA COSTRUZIONE DEL PARTITO OPERAIO E’ UN DIBATTITO CHE VA APERTO E SUBITO. TI SALUTO, ANTONIO.