Redazione di Operai Contro,
Enrico Letta “l’uomo dalle palle d’acciaio” ha imparato molto bene dallo zio, Gianni Letta il maggiordomo di Berlusconi.
Per sapere cosa pensino gli italiani ha commissionato una serie di sondaggi ad hoc, pagandoli con i fondi della Presidenza del Consiglio e cioé con soldi pubblici.
Il 27 settembre il Dipartimento per l’informazione e l’editoria affida a Ipsos di Nando Pagnoncelli un sondaggio per “monitorare l’opinione pubblica su tematiche che riguardano la Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Governo (…) i mutamenti delle opinioni e degli orientamenti dei cittadini in relazione ai provvedimenti e ai progetti del governo”. Ipsos lavora da una vita con i piani alti dei palazzi governativi. In virtù di questo l’affidamento è diretto, niente gara. Il contratto prevede un monitoraggio dal 28 settembre al 13 dicembre. Si baserà sul “sentiment” di 50 persone scelte dalla società di consulenza che dovranno discutere online sugli argomenti sopra indicati più quelli che, di volta in volta, la Presidenza riterrà di sottoporre a verifica.
Non contento, Letta decide di sondare un altro sondaggista. E si rivolge all’altra metà del cielo nel mercato di chi misura opinioni. Così scatta una seconda commessa, stavolta con l’Istituto Pieopoli che a decorrere dal 1 ottobre e fino al 31 dicembre dovrà fare lo stesso lavoro di Ipsos ma con metodo Cati, cioè interviste telefoniche a campione su 2mila italiani. Anche stavolta la gara non c’è. Di più, la Presidenza esonera Piepoli dal versare la cauzione prevista per legge “in considerazione della notoria solidità dell’Istituto Piepoli”. In cambio, Piepoli concede l’abbuono dell’1% sul corrispettivo.
Fatto sta che dal fondo (e dalle nostre tasche) partono altri 23.359 euro. Così, a conti fatti, il prezzo della stabilità finisce per costare, per ora, 73mila euro in tre mesi.
Un lettore
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