Redazione di Operai Contro,
L’affaire Cancellieri-Ligresti da giudiziario torna a essere politico.
La procura di Torino ha infatti deciso di non indagare il ministro e di inviare gli atti a Roma. Una scelta che riceve i complimenti diGiorgio Napolitano, che secondo fonti del Quirinale ha apprezzato il rigore dei pm piemontesi.
In ogni caso la questione continua a squassare il Pd, diviso tra chi continua ad aver fiducia nel Guardasigilli – premier in testa – e chi vorrebbe che l’ex prefetto e ministro dell’Interno lasciasse la poltrona di via Arenula.
Dopo le voci di dimissioni annunciate dal Financial Times, la fiducia confermata da fonti di Palazzo Chigi e con il Parlamento spaccato (il Pdl ha sempre difeso l’operato della Cancellieri, ndr) in vista della mozione di sfiducia che dovrà essere discussa mercoledì 20 novembre, sono arrivate le sintetiche parole della Procura di Torino. I pm piemontesi, guidati da Gian Carlo Caselli, hanno aperto un fascicolo senza indagati e senza reato e lo hanno spedito a Roma: “Nessun soggetto è stato iscritto nel registro degli indagati. E’ stato invece – si legge nella nota a firma del procuratore capo – formato un fascicolo modello K di atti relativi a fatti nei quali non si ravvisano reati allo stato degli atti, ma che possono richiedere approfondimenti”. Nella capitale dove il ministro della Giustizia rispose alle domande degli inquirenti piemontesi – con omissioni e mezze bugie – sui suoi contatti con la famiglia di don Salvatore in vista di un interessamento alla situazione di Giulia Maria Ligresti.
Una decisione quella della Procura di Torino apprezzata dal Colle. Fonti del Quirinale fanno sapere che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha apprezzato la chiarezza e il rigore delle decisioni e delle precisazioni venute dai pm piemontesi.
Un osservatore
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