Redazione di Operai Contro,
Nessuna rappresentanza sindacale interna, né la possibilità di convocare i lavoratori per un’assemblea”. E’ stata reintegrata in Fiat grazie a una sentenza della Corte Costituzionale, la Fiom Cgil, espulsa due anni fa dal colosso automobilistico italiano per non aver firmato il contratto sottoscritto invece dalle altre sigle confederate, Cisl e Uil.
Eppure, “in Ferrari – racconta Paolo Ventrella, delegato Fiom e operaio di Maranello – non possiamo nemmeno convocare i lavoratori per un’assemblea”. Nonostante, infatti, la sentenza di luglio abbia dichiarato illegittima l’esclusione dall’Rsa, rappresentanza sindacale aziendale, della Fiom, riammettendola a tutti gli effetti all’interno della Fiat, nello stabilimento contrassegnato dal cavallino rampante, dicono le tute blu, “i problemi non sono finiti”.
“Appena la Corte Costituzionale si è pronunciata, Cisl e Uil hanno fatto in modo di prenotare tutte le ore a disposizione per le assemblee sindacali fino alla fine dell’anno – spiega Ventrella – così a noi della Fiom non è stata data la possibilità di parlare con gli operai”. Anche perché, sottolineano le tute blu, “né Cisl, né Uil hanno mai accettato un’assemblea unitaria assieme alla Cgil”, non dopo lo strappo del mancato accordo sul contratto Fiat, il casus belli. “Una situazione di discriminazione – attacca il sindacato – che ci risulta essere messa in atto solo in Ferrari Auto, perché in altri stabilimenti Fiat in Italia, la Fiom sta svolgendo regolarmente le proprie assemblee”.
Il tema che le tute blu avrebbero voluto sottoporre al voto dei lavoratori era la carta rivendicativa, una piattaforma per la discussione che verteva attorno ad alcune questioni emerse dopo l’incontro tra la Fiat e i sindacati, avvenuto “separatamente” il 25 novembre scorso: la richiesta di nuove elezioni per nominare, appunto, la rappresentanza sindacale aziendale, “elezione dalle quali nel 2012 siamo stati esclusi proprio perché si sono tenute quando noi eravamo ancora banditi dalla fabbrica”, spiega Ventrella, e poi la proposta, rivolta all’azienda, di discutere il piano industriale, “per avere modo di conoscere quali sono le prospettive per i vari stabilimenti Fiat”, e infine la richiesta di sostituire parte delle ore di cassa integrazione con il contratto di solidarietà. “Siamo in un momento difficile per tutti – continua la Fiom – e piuttosto che costringere qualcuno a rimanere a casa sarebbe preferibile lavorare un po’ meno, ma tutti”.
A chiarire che non c’è “nessuna discriminazione” ai danni della Fiom è la Ferrari stessa, che alle accuse del sindacato delle tute blu ha risposto ricordando che le 10 ore di assemblea a disposizione delle rappresentanze sindacali aziendali erano già state prenotate. Ma per i metalmeccanici della Cgil “la situazione è più complessa”.
“Il problema è che la nostra riammissione in fabbrica è stata solo formale – ribadisce Ventrella – in realtà siamo ancora ostracizzati. Un altro sindacato avrebbe concesso almeno un’ora di assemblea a una sigla appena riammessa, per consentire ai lavoratori di ascoltare tutte le rappresentanze, invece Fim e Uilm, che fino a luglio avevano convocato sì e no 3 o 4 ore di assemblea, ne hanno prenotate 6 in tre mesi, per poi fare il possibile per accaparrarsi anche le ultime 2 ore rimaste libere a dicembre. Se non è agire di concerto con l’azienda questo..”.
“Niente di più falso – è la replica del segretario della Fim Cisl di Modena, Claudio Mattiello – il 19 novembre scorso informammo la Fiom della necessità di parlare ai lavoratori rispetto a quello e al prossimo incontro con l’azienda, che si svolgerà il 4 dicembre, per questo Ferrari ha risposto alla Fiom che le ore erano state programmate dagli altri sindacati. Se avessimo voluto giocare sporco avremmo prenotato anche le ore di assemblea disponibili negli altri stabilimenti, come alla Cnh, ma non è nelle nostre intenzioni. Devono smetterla di accusare, la Fiom rifletta e pensi a tornare al tavolo di trattativa, cosa di cui saremmo ben felici qualora accettassero le condizioni che abbiamo già firmato, perché se intende andare avanti seguendo strade tortuose se ne dovrà assumere la responsabilità”.
Netta anche la risposta della Uilm, arrivata a poche ore dalle parole del segretario generale Rocco Palombella che aveva paragonato il sindacato guidato da Maurizio Landini ai “Giano bifronti, che vogliono essere di lotta e di governo, antagonisti, ma con i vantaggi degli altri che garantiscono gli impegni presi”. “La sentenza della Corte Costituzionale è entrata in un contesto di contratto già stipulato, quindi non è ancora stata ratificata – spiega Alberto Zanetti, segretario provinciale dei metalmeccanici Uil – e la spartizione delle ore dipende dal contratto nazionale, rivolto ai firmatari. Nessun dispetto, quindi, ma noi siamo ospitati dalla Fiat quando entriamo in azienda per un’assemblea, ed è l’azienda a decidere. Certo auspico che in futuro ci siano possibilità di trattare con la Fiom argomenti comuni”.
Un operaio della Ferrari
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