Maurizio Crozza esordisce nella sua copertina di Ballarò (Rai Tre) con l’imitazione diGiorgio Napolitano: “Care italiane, cari italiani è con viva e vibrante soddisfazione che vi ricordo che io volli accomiatarvi da voi e foste voi a rivolermi qui per un secondo gravoso incarico. Io avevo già prenotato la Pensione Marisa a Capri, dove fanno una parmigiana da Dio”. E aggiunge: “Ora però mi chiedete un passo indietro, mentre prima mi avevate chiesto un passo in avanti: sono i passi tipici della lambada. Se volete, balliamo. Alla pensione Marisa, compreso nei 200 euro di caparra che ho versato, si sarebbe ballato l’Alligalli”. Crozza-Napolitano prosegue: “Chiedono l’impeachement. Finché lo chiede Grillo, che vive solo per scassare la uallera a tutti quanti in streaming e non, ci potrebbe pure stare, chillo sarebbe buono pure a dire che Babbo Natale è uno zombie che vola. Ma se l’impeachment lo chiede Berlusconi che ha la metà, della metà, della statura politica di ‘nu lombrico… Berlusconi m’ha chiesto la “Grazia”. Ma io con viva e vibrante gliene do tre di “Grazie”Grazie, Graziella e grazie al..”. Il comico ligure torna poi nei suoi panni e osserva: “Quest’anno manca lo spirito tipico del Natale, tra impeachment, forconi e Vaffa-day. E se questo Natale lo saltassimo? Sbraniamoci. C’è un clima che se mi entra uno dal camino con i capelli lunghi e la barba bianca, io lo scambio per Beppe Grillo e lo mando a fan… ancora prima ancora che apra il sacco coi rregali. E se i miei bambini scoppiano a piangere, devo dire che Beppe Grillo non esiste, è un’invenzione della Casaleggio associati. Tra Grillo, la lega, i forconi e un pezzo di Forza Italia c’è un denominatore comune: vogliono uscire tutti dall’euro, ma per andare dove? Ora” – continua – “la differenza è tra chi è a favore dell’ Europa, e chi è contro. E’ meglio essere global o local? Berlusconi un tempo era global, ora che non può andare da nessuna parte è molto più local. E’ assurdo: c’è un clima più disteso fra Stato e mafia che fra Stato e piazza“. Crozza menziona poi Angelino Alfano, “l’unico che incarna lo spirito natalizio”, Matteo Salvini su cui ironizza per i toni adottati sull’euro e Papa Francesco, nominato “uomo dell’anno”
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