Cara Redazione
E’ il sesto operaio che muore sul lavoro nella costruzione degli stadi per il mondiale di calcio in Brasile.
Non c’è la “moviola” o il filmato che documenta come è avvenuto, non c’è il replay come sui campi di calcio, si vedrebbe l’inconsistenza delle misure di sicurezza.
Dopotutto ad essere assassinati sul lavoro per il grande business dei mondiali, non sono i “campioni” strapagati, ma solo operai con un misero salario, costretti a lavorare in fretta per finire in tempo, senza adeguate misure di sicurezza e prevenzione antinfortunistiche. Morto uno ce n’è una marea pronti a sostituirlo.
3 operai assassinati nello stadio di Manaus.
1 operaio assassinato nello stadio “Manè Garrincha” di Brasília.
2 operai assassinati nell’Arena Corinthians di San Paolo.
Ma il sospetto è che siano molti di più e si vengano a sapere solo le morti operaie che non riescono a tenere nascoste, dal momento che gli stadi in costruzione o in ristrutturazione sono ben 12, in più ci sono le infrastrutture. Un progetto faraonico che ha sottratto un enormità di denaro ad opere pubbliche primarie, scatenando ripetute proteste e manifestazioni di massa tutt’altro che scontate.
Saluti da un lettore.
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