Dal 6 febbraio scorso più di 12 Operai della IACOBUCCI MK SRL di Lecce occupano il capannone che una volta fu sede della produzione della multinazionale del tabacco BAT (British American Tobacco).
IACOBUCCI è marchio quarantennale presente in Italia, capace di creare un piccolo impero suddiviso tra SRL e SPA varie attraverso l’apertura di numerosi fondi finanziari, cui si fa fatica a stare appresso. Partito con la costruzione di carrelli portavivande per aerei e treni, si è poi espanso da metà anni ’90 nella produzione di macchine da caffè per aeromobili (nel 2000 inizia la collaborazione con NESTLÈ ) sino a dare vita nel 2010 alla linea di realizzazione di sedili. Un anno dopo acquisisce l’ormai chiuso stabilimento di Lecce della BAT avviando la riconversione industriale, anche grazie all’impegno da parte della Regione Puglia di fondi pubblici. Il gruppo IACOBUCCI ha preso parte in collaborazione con la Regione ad eventi fieristici del settore aerospaziale a Tolosa e Londra, e singolarmente a titolo promozionale in ogni continente, da Dubai ad Orlando sino a Ginevra.
Lucio Iacobucci, presidente ed amministratore delegato, risponde piccato a mezzo stampa il giorno successivo, facendo appello a “crederci insieme” sottolineando come “non ci abbia messo solo soldi, ma anche la credibilità personale“. L’ultimo bilancio presentato lo scorso 31 dicembre 2012 indica in quasi 4 milioni di euro i debiti finanziari del ramo della società MK SRL, quello attivo a Lecce.
Gli Operai in assemblea permanente vogliono sapere che fine abbiano fatto i 10 milioni di euro avuti dalla IACOBUCCI per la riconversione e solo parzialmente investiti nella fabbrica salentina. Su questo Iacobucci tace, preferendo denunciare (seppur blandamente) come il blocco non consenta agli altri Operai di lavorare ed ai camion di operare carico-scarico merce.
Iacobucci inoltre ancora non intende anticipare le somme per la nuova cassa integrazione, ulteriori 13 settimane complessive che coinvolgono 130 Operai su 170 che si sommano alle ore utilizzate ad agosto 2013. La nuova procedura, a detta del padrone, è dovuta “alla crisi generale e ad un calo delle commesse”.
L’ultima relazione di bilancio 2012 indica per il ramo interessato a Lecce “un processo di recupero economico per IMK dal 2015, anche grazie ad alcune azioni mirate di razionalizzazione della struttura di costi della Società“. Se ne può dedurre che nella “razionalizzazione” passi anche la previsione di nuovi ammortizzatori sociali, per i quali però al momento l’azienda non intende mettere mano al portafogli.
All’incontro di venerdì presso la Provincia di Lecce Operai e sindacati metalmeccanici confederali sono usciti con un “nulla di fatto“. Tornati in fabbrica, sono stati convocati da Iacobucci in persona, il quale ha ribadito la propria posizione prendendo l’impegno di ritrovarsi “a breve“.
Bene fanno gli Operai a mantenere l’occupazione della fabbrica ed a spingere per l’apertura di un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma. Troppe nebbie da diradare sulle future intenzioni e mosse del padronato non consentono neppure un secondo di tregua.
Operai vigilate sul padrone e sulla triade dalla penna rovente.
Saluti Operai da Pavia
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