“Il nostro lavoro è difendere il vostro!”. È lo slogan che campeggia sul calendario 2014 della Uilm (Unione italiana lavoratori metalmeccanici) di Bari e provincia.
Che cosa vuol dare a intendere la Uilm agli operai che eventualmente lo leggano? Una presenza costante dalla loro parte? Un promemoria di impegno per l’intero anno? Tutto questo insieme, ma soprattutto il ribadimento della propria indispensabilità e quindi un ammonimento a non pensare il contrario, a non rifiutare la delega, a non agire quindi in senso opposto.
Nella pratica quotidiana vissuta dagli operai lo slogan dovrebbe essere letto capovolto: Il nostro lavoro è difendere il nostro facendo perdere il vostro! O, più semplicemente: Il nostro lavoro è distruggere il vostro! Come sanno bene tanti operai della provincia di Bari.
Come sanno bene, ad esempio, gli operai della Om Carrelli elevatori di Modugno (Ba), nella cui fabbrica la Uilm si è particolarmente impegnata negli anni scorsi per indebolire e addormentare gli operai e al cui presidio, dopo la chiusura dello stabilimento, si è tanto spesa per seminare sfiducia, creare disaccordi, insinuare rassegnazione.
Come sa bene il segretario provinciale della Uilm Franco Busto, che per mesi è stato latitante al presidio, salvo rare incursioni per rabbonire gli operai che con i loro corpi bloccavano l’ingresso ai camion inviati dal Gruppo Kion per portare via i macchinari, per poi presentarsi a fine dicembre con dolci e spumante per “festeggiare” oltre al suo compleanno il prossimo smantellamento del presidio. Ora Busto si gode il proprio stipendio di 2.000 e oltre euro al mese, gli operai Om devono fare i conti con gli 800 euro mensili della cassa integrazione e dopo il 30 giugno non avranno neanche quelli!
Alla dura scuola della lotta di classe gli operai apprendono sulla propria pelle il peso e il dolore della malevolenza, della ruffianeria, della codardia e del doppiogiochismo dei sindacati, Uilm fra questi. E imparano che solo liberandosi dalla loro presenza e dal loro dominio possono intraprendere la difficile strada della propria liberazione, individuale e sociale, dalle catene dello sfruttamento dei padroni e dei loro mercenari, sindacalisti compresi.
SALUTI OPERAI DALLA PUGLIA
Caro amico che non firmi i tuoi articoli, vorrei tanto sapere quali sono le tue fonti, che ti danno agio a farti scrivere su una realtà che sicuramente non hai vissuto sulla tua pelle. Ebbene sono un operaio della OM che in prima persona ha vissuto il presidio giorno e notte , primavera ,estate e autunno, che ha ricevuto denunce dall’ azienda e ha lottato con le unghie e i denti per difendere il suo posto di lavoro. E non come tanti miei colleghi che lottavano dietro una tastiera ( sei uno di loro? o le notizie te le passava uno di loro? ).Forse, come ti possono confermare altri miei colleghi attivi del presidio, in tutta la lotta la persona di FRANCO BUSTO è stata la più presente. Anche il festeggiare il suo compleanno con noi al presidio ti smentisce. La sua sensibilità nei nostri confronti l’ha dimostrata ultimamente essendo l’unico sindacalista a partecipare al funerale di un nostro giovane collega ( iscritto ad altra sigla sindacale ) e dando disponibilità alla famiglia .Tutte le accuse che hai fatto nei suoi confronti di disgregare il gruppo, di essere latitante, di seminare sfiducia, di creare rassegnazione non hanno fondamento.Lo dimostrano tutte le apparizioni televisive e giornalistiche per non spegnere l’attenzione sulla nostra vertenza, molte volte da lui stesse richieste, al fine di non spegnere l’attenzione sulla nostra vertenza. Per tua informazione la notte dell’ 8 agosto ci fu un bliz da parte aziendale, bene, lui fu l’unico a lasciare la sua famiglia in vacanza per raggiungerci e difenderci davanti alle autorità, gli altri dov’erano???? Per quanto riguarda il suo stipendio, io penso che una persona che lavora, come lui, vada retribuita .
Come non appare il tuo nome, sei pregato di non far apparire i nomi di altre persone, e della mia azienda dove abbiamo lasciato il nostro cuore !!!
Il tuo mi sembra tanto un attacco alla uilm e al suo referente per tue questioni personali.